Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Dovendo parlare di Arthur Penn,ma quando si decideranno i critici che magari riesaltano Russ Meyer come un autore da riscoprire,a rivalutarne l'importanza?Uno dei registi più dichiaratamente "sociali" della Hollywood che si apprestava a mutar volto e caratteristiche al proprio sistema,capace anche di gestire benissimo grandi star in ruoli impegnativi senza lasciarli tracimare,è oggi quasi rimosso,poco studiato,non è molta la saggistica su quest'uomo che ha realizzato opere come "Gangster story","Piccolo grande uomo","Missouri".E anche "La caccia" è uno di quei film che dice tanto sull'America di quegli anni,a metà dei Sessanta,in cui pulsava nella provincia cantata come sana depositaria di antichi valori,un'ipocrisia appena adatta a velare la realtà ,e una violenza fascistoide pronta ad emergere contro i più emarginati.Dramma popolare con varie sottotrame che ,grazie ad una sceneggiatura con i fiocchi,coincidono e formano un quadro disperante,"La caccia" appassiona chiunque abbia un minimo di spirito civico:un'interpretazione splendida di Marlon Brando,una delle prime importanti di Redford,e altre belle caratterizzazioni di Jane Fonda,Angie Dickinson e Robert Duvall.Un film che quando si finisce fa provare rabbia,sentimento che quando non induce alla violenza può avere del produttivo.
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