Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Il Blow up di Brass. Con tutto il rispetto per Antonioni, ovviamente, che aveva già 'colto l'attimo' andando a fotografare (nessun verbo sarebbe più adatto) la Swingin' London un paio di anni prima; caso più unico che raro, Tinto è un regista dotato che si involve e si rende ridicolo, piatto ed insulso con il passare degli anni, rinunciando a sviluppare la propria - non poca, come testimonia questo Nerosubianco - creatività ed attitudine visionaria. C'è davvero tanta tecnica in questo film ed è ancora più incredibile pensare a chi ne sia l'autore, alla luce della sua futura carriera: Brass sa usare, dosare e mescolare con vero talento tutti gli ingredienti, dal montaggio alla titolazione (godardiani al 100%), dai rari, ma incisivi dialoghi/monologhi all'uso dei primi piani nei momenti particolarmente intensi (la metro affollata, i due amanti che si studiano reciprocamente al museo), insomma dalla forma (eccentrica, estrosa, curatissima) ai contenuti (magari non abbastanza approfonditi, ma certamente Tinto sta 'sul pezzo': è il '68, siamo a Londra e si parla/accenna di: femminismo, emancipazione della donna, razzismo, liberazione sessuale, musica rock, maoismo, anarchia, Malcolm X e tanto altro ancora). Certo, non è un'opera rivoluzionaria o estremamente incisiva, ma ha dalla sua un'originalità ed un talento visivo che raramente hanno eguali nel cinema non solo italiano di quegli anni. Vanno comunque segnalate le troppo frequenti incursioni della band (sono i Freedom, nati da due membri fuoriusciti dai Procol Harum: piacevoli, ma a tutto c'è un limite); e così pure la comparsata del regista nel breve ruolo del ginecologo.
Londra: un'italiana piacente e sposata viene seguita e corteggiata da un inglese di colore. Finirà per cedere o no?
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