Regia di Sam Wood vedi scheda film
Ecco un bell'esempio di quello che Hollywood riusciva a produrre nei suoi anni d'oro: una ricetta ben cucinata, senza che sappia di ricetta né di cucinato. L'ampia narrazione tocca diversi decenni con disinvoltura, senza far pesare i salti temporali. Troviamo inoltre un felice connubio di sentimentale, drammatico e commedia, con in aggiunta alcuni momenti di sincera commozione.
Robert Donat è credibile sia come professore novello fresco di università, che come uomo di mezza età e persino come vecchietto prossimo al trapasso. Ciò grazie alla bravura dell'attore e dei truccatori. Quando invecchiano gli attori nei film di oggi chissà perché continuano a sembrare dei giovani truccati. Per questo ed altri aspetti il film ricorda "Duello a Berlino", della coppia Powell-Pressburger, dove Roger Livesay subisce metamorfosi analogamente efficace.
Sullo sfondo della trama compaiono le vicende storiche della Prima Guerra Mondiale, con l'ingannevole entusiasmo iniziale e la grande disillusione che ne seguì. Memorabile il protagonista che chiede al bidello che legge il giornale: Qualcosa di nuovo? -Niente di importante, hanno assassinato un arciduca austriaco a Sarajevo... Le ultime parole famose.
E' un film di efficace intrattenimento, buono sia per ragazzi che per adulti, e che non sa mai di retorica o di finto. Molto indovinata la sequenza dove il protagonista, prossimo alla morte, ripercorre la sua vita con una veloce successione di ricordi dei momenti più salienti.
Non manca qualche tocco ironico: il puritanesimo inglese rendeva imbarazzante pronunciare la parola "vergine", anche se riferita alla famosa regina; molto divetenti poi le due zitelle che si credono oggetto di desiderio e seduzione quando nessuno se ne sognava.
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