Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il presunto omicidio al centro del film è il pretesto per raccontare ancora una volta dinamiche di coppia, la complicità che ha bisogno di costante rinvigorimento, il pericolo sempre incombente che la noia possa travolgere il sentimento. Si ride di gusto e si riflette dal primo all’ultimo minuto. Sontuose regia e interpretazioni.
È sempre tremendamente vero Woody Allen, talmente autentico in ciò che racconta che dal precedente Mariti e Mogli ne ricava successo e divorzio. Il set forse contribuisce ad accendere e alimentare i dubbi di una relazione vicina al capolinea. Sta di fatto che il sodalizio con Mia Farrow termina e Allen, per Misterioso omicidio a Manhattan, torna a lavorare con la compagna di un tempo, la strepitosa Diane Keaton. La chimica tra i due è ancora solidissima e si nota nel film, ennesimo gioiellino di una filmografia corposa ed eccellente. Il presunto omicidio al centro del film è il pretesto per raccontare ancora una volta dinamiche di coppia, la complicità che ha bisogno di costante rinvigorimento, il pericolo sempre incombente che la noia possa travolgere il sentimento. E si ride di gusto dal primo all’ultimo minuto, c’è la risata facile e quella che fa riflettere, che vuole anche lasciarti quell’amaro in bocca fastidioso e appagante allo stesso tempo. Ma non si renderebbe piena giustizia al lavoro di Allen se non si menzionasse (anche solo per accenni) la sua perfezione stilistica e formale: quella camera che scandisce tempi e ritmi sempre in maniera precisa, che sta addosso ai personaggi, che li avvolge e li comprende, è un altro personaggio della storia, non è semplicemente il filtro tra spettatore e attore, tra platea e palcoscenico. Ogni scelta registica, quadrata o azzardata che sia, ha sempre motivo di esistere, ora per la ragione di cui sopra (per farci sentire davvero parte attiva della narrazione), ora per perdersi nelle infinite citazioni altissime che da sempre popolano la sua opera.
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