Regia di Woody Allen vedi scheda film
Allen scimmiotta Hitchcock, traducendo gli alti ritmi e la continua tensione del maestro con un uso continuato della camera a mano, adoperata in maniera quasi invadente, ed utilizzando swing sostenuti al posto dei soliti jazz malinconici; la costruzione è poi traslata nel suo luogo ideale, portando il tutto nell'amata Manhattan. Il complesso è quindi farcito da una sottile dose di buon umore e battutine fulminanti, understatement che l'autore/attore spadroneggia ("Mi sta passando davanti tutta la vita... e nella parte più brutta guido un'auto usata"). Per essere un film 'di transizione' (le infamanti calunnie della Farrow erano in quei giorni sulla bocca di tutti e Allen aveva semplicemente bisogno di buttarsi nel lavoro per non pensarci su troppo), il risultato non è affatto male; il ritorno - significativo, per quanto appena detto fra parentesi - della Keaton al suo fianco è inoltre gradito e gradevole. Ulteriore evidente citazione-omaggio sta nel finale con sparatoria e gioco di specchi, che riprende La signora di Shanghai di Welles.
I Lipton, coppia benestante ed annoiata di mezza età, conosce la coppia di nuovi vicini. Qualche giorno dopo la vicina muore d'infarto; il vedovo si comporta in maniera sospetta ed i Lipton cominciano ad indagare in segreto. Il 'caso' è davvero complesso...
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