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Il dottor Zivago

Regia di David Lean vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il dottor Zivago

di curiosone49
10 stelle

Film-romanzo storico per eccellenza, narra di un medico che passa dall’agiata vita di professionista nella Russia zarista, alle umiliazioni riservate dai bolscevichi alla classe cui appartiene, attraverso gli avvenimenti drammatici della Rivoluzione di Ottobre.... La figura centrale è quella di Yuri Zhivago, (un bellissimo, quanto amimico Omar Sharif ) che, pur attraversando il disfacimento di uno Paese - la Russia zarista - e di un intero mondo che aveva conosciuto, tenta comunque, per sopravvivere, di adeguarsi al’immagine dell’uomo “nuovo” che la Rivoluzione  intende plasmare, riuscendo peraltro ad essere fedele solo a se stesso, al proprio “mestiere”  - sia qui detto con rispetto - di medico...Zhivago infatti non riesce - né lo ha mai voluto - essere l’uomo “nuovo”, ma nemmeno riesce ad essere un fedele marito, né - purtroppo per lui - un assiduo compagno della pur amatissima amante Lara ...La passione per Lara lo allontana dalla moglie, costringendolo a sempre più frequenti visite all’amante, finchè, presa la decisione di non più frequentarla, nel breve percorso tra la casa dell’amante e la propria, verrà ingoiato per ben due anni  dalla Rivoluzione...E’ una storia di passioni e di abbandoni, di ricordi struggenti di momenti felici, già vissuti nella banalità del quotidiano, ma poi rivissuti con struggente nostalgia... C’è un’amarezza di fondo che permea il fluire della narrazione, come di una felicità che si potrebbe raggiungere ma che ci sfugge per un attimo...Zhivago è con Lara, infermiera al fronte...c’è la guerra...ma solo al momento del commiato (il ritorno a casa), ripercorrendo le stanze vuote della villa trasformata in ospedale da campo, si rende conto di quanto fosse importante Lara...Tornato a casa, Zhivago potrebbe essere felice con la moglie, ma vivono in ristrettezze tremende - la casa occupata, l’obbligo di obbedienza al capo-fabbricato, il freddo di una Mosca  invernale senza legna da ardere...Lo spettatore si chiede quando sarà felice...Forse potrebbe essere felice quando, trasferitosi con moglie, figlio e suocero, nella casa di campagna immersa nella sconfinata pianura mongola, ed intento, felice, a lavorare la terra (“in ogni russo c’è un po’ del contadino”) il suocero afferma “vedrete che questi li ricorderete come gli anni più belli...!”..Ma di nuovo la guerra...e poi l’incontro con Lara nel paesino a lui vicino...Infine, tornato dai due anni di guerra passati con i partigiani rossi, e trasferitosi nella sua casa natale con Lara e la figlia, finalmente potrebbe vivere appieno il proprio amore...ma, mentre è intento a scrivere poesie su Lara, i lupi affamati ne disturbano l’opera, fino a svegliare Lara.....La vita li dividerà di nuovo...Infine, ormai malato, gli sembra di rivederla attraverso il finestrino di un tram sferragliante per le strade di Mosca...è lì, a due passi da lui...ma non può chiamarla...scende, la rincorre...ma un infarto lo stronca...

Attorno ai due (una July Cristie splendida...innamorarsene da adolescente fu per me naturale!) ruotano una serie di personaggi interpretati da attori di spessore: una moglie affettuosa e tollerante (Geraldine Chapline), un fanatico rivoluzionario, infine uno strepitoso Rod Steiger  

Sulla colonna sonora

Ha segnato un'epoca...

Cosa cambierei

Nulla! la perfezione non può essere "più migliore assai!!!"

Su Rod Steiger

Interpretazione di “peso” di questo grande del cinema..qui nella parte ributtante del riccastro senza scrupoli, che prima stupra una diciassettenne Lara, poi ricompare dopo anni in qualità di amico dei rossi...come solo un opportunista sa fare, capace di cambiare bandiera per sopravvivere..”...ma ora stai con i Rossi?..si fidano di te?..”  ”Non si fidano di me...gli faccio comodo...!” Un essere spregevole, che sporca quanto tocca, ma non riesce a sporcare la purezza dell’anima di Lara, pur avendone violato la verginità...Messo malamente alla porta dai due amanti, costretto a tornare nel gelo della notte invernale, urlerà tutto il proprio rancore verso quella coppia di amanti così diversi da lui...Non è diverso dallo sporco poliziotto de “La calda notte dell’ispettore Tibbs”, né dal palazzinaro criminale di “Le mani sulla citta”...ben più sfaccettato il discorso su “l’uomo del banco dei pegni”
 

Su Alec Guinness

Voce narrante, interpreta la figura del fratellastro, un uomo freddo e tagliente come poteva esserlo un commissario del popolo dei primi anni della Rivoluzione...indi, addolcitosi con gli anni, intenso interprete del pathos dello spettatore, tutto intento a ritrovare la propria nipote, che identifica in una giovanetta scomparsa negli stessi luoghi e negli stessi anni nei quali la madre - Lara appunto - era stata segnalata...L’incipit e la fine, con un uomo avanti negli anni che cerca la propria nipote, riporta a “Canone inverso”...altrettanto pathos nella figura del vecchio, ormai addolcitosi con gli anni...solo che Guinness non ha nulla da rimproverarsi, a differenza del nonno di “Canone Inverso”

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