Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Uno dei migliori film di Vincente Minnelli al di fuori del genere musicale da lui prediletto: un melodramma dalla scrittura raffinata e dalla pregevole finitura formale nella fotografia in Cinemascope di sicuro effetto spettacolare. Lo script è tratto da un lungo romanzo di James Jones, autore di "Da qui all'eternità": si possono notare alcune affinità soprattutto con i coevi melodrammi di Douglas Sirk, in particolare nella descrizione dell'ambiente provinciale piuttosto chiuso e retrogrado nella cittadina di Parkman nell'Indiana dove torna dopo molti anni Dave Hirsh, il protagonista della storia, che si ritrova alle prese con un fratello inutilmente bigotto, con una professoressa che non ricambia il suo amore e con una ragazza di poca virtù che stravede per lui. I personaggi sono quasi tutti interessanti e caratterizzati con efficacia, pur con qualche lieve cedimento al cliché (soprattutto la bionda professoressa Martha Hyer di cui si innamora Sinatra, che avrebbe potuto figurare in un film di Hitchcock ma resta un po' rigida nella caratterizzazione). Fra gli attori ottima la Mac Laine nel ruolo della prostituta dal cuore d'oro, commovente nelle scene finali in cui dimostra la purezza del suo amore per Dave: l'attrice sembra quasi riecheggiare l'interpretazione di Giulietta Masina in Le notti di Cabiria (ruolo che rifarà per davvero una decina di anni dopo in "Sweet Charity"), non sbaglia un accento e si guadagna una meritata candidatura all'Oscar. Frank Sinatra nel ruolo di Dave è corretto, a tratti incisivo ma forse un po monocorde e alla sua performance manca quel quid per risultare davvero memorabile; fra i caratteristi spiccano soprattutto Dean Martin nel ruolo del giocatore Bama (tradotto Fischio nella versione italiana) e Arthur Kennedy nel ruolo del fratello di Dave. Le scene finali sono risolte con un ritmo in crescendo e un'eleganza visiva assolutamente magistrali: non si può non menzionare anche la colonna sonora di stampo cupo e drammatico di Elmer Bernstein che, insieme alle scenografie e alla bellezza dell'illuminazione, attesta la maturità registica di un Minnelli al suo meglio.
Voto 9/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta