Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Ferrara e Keitel uniscono i loro talenti in una sola grande pellicola
Non conosciamo il nome del protagonista di questa pellicola ma conosciamo il suo folle modo di vivere tra scommesse sportive clandestine, droghe, alcool, depravazioni sessuali e non. No, non è un personaggio che viene dalle losche periferie newyorkesi, ma un tenente della Polizia di NY, immorale, corrotto e completamente fuori di testa. Troverà la via della redenzione prendendo a cuore un caso che gli verrà affidato: la violenza carnale su una giovane suora da parte di due ragazzi afroamericani. Tuttavia, il regista non marca mai la mano su questo aspetto poichè il protagonista rimarrà sempre un personaggio negativo, fino alla sua inesorabile fine, che sarà allegoria dell'impossibilità di lasciarsi il passato alle spalle. L'aiuto che il Tenente presterà a questa suora sarà una piccola parabola ascendente all'interno di una molto più grande parabola discendente. Il film mischia continuamente le carte riguardo i concetti di "sacro" e "profano", rendendo per l'appunto sacre alcune "azioni" profane e viceversa: ad esempio nell'iconica scena in cui il Tenente balla nudo in una posa che ricorda quella di Gesù sulla croce dopo aver partecipato ad un orgia con due prostitute. In questo film la città è teatro di spaccio, stupri, prostituzione e violenze di tutti i tipi, ed è inoltre quasi sempre ripresa durante la notte. Harvey Keitel nella parte del protagonista è perfettamente in parte, probabilmente nel film migliore mai girato da Abel Ferrara.
IL TENENTE CERCA DI CONVINCERE LA SUORA A RIVELARE I NOMI DEI SUOI AGGRESSORI
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