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Cacciatori di frontiera

Regia di André de Toth vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cacciatori di frontiera

di ethan
7 stelle

'The Bounty Hunter', vale a dire il cacciatore di taglie che, magicamente, per il fantasioso titolista italiano viene tradotto al plurale - distorcendone il senso - con un generico 'Cacciatori di frontiera', è un western del prolifico André De Toth, basato su una sceneggiatura ben congegnata, scritta da Winston Miller, e diretta con il suo proverbiale senso del ritmo e dell'azione, veri marchi di fabbrica di queste produzioni a basso costo.

Il film si apre con una scena che illustra l'attività del protagonista Jim Kipp (Randolph Scott), intento a dare la caccia a un malvivente, conclusa con l'uccisione di costui da parte del cacciatore e la consegna del corpo allo sceriffo più vicino per assicurarsene la taglia e, al tempo stesso, denota la sapienza del regista sia nell'uso del paesaggio sia nella costruzione del giusto pathos.

Tutto il resto del film si svolge, al contrario, in un ambiente cittadino dove Jim Kipp, sotto falso nome, dovrà trovare i tre autori di una rapina, senza però avere a disposizione il classico avviso di taglia con la faccia stampata sopra: la narrazione si snoda tra false piste, agguati, ricerche, incontri, depistaggi, sparatorie - in un'atmosfera da detection movie - fino al sorprendente epilogo, in cui le identità dei ricercati sono svelate e si vira verso un finale sin troppo accomodante e lieto.

Il film è di sicuro interesse anche per lo studio della figura del bounty hunter - che Randolph Scott impersona in maniera egregia - che in questo caso non è tratteggiato, come nella maggior parte dei casi, alla stregua di una persona senza scrupoli che compie il suo 'sporco lavoro' ma di un uomo dotato di un suo codice d'onore, anche se malvisto dalla popolazione locale in quanto portatore di disordine in una comunità tranquilla prima del suo arrivo.

Tra i personaggi di contorno val la pena ricordare lo zoppo interpretato da un Ernest Borgnine che riesce a dare la giusta ambiguità richiesta dal ruolo e la ballerina del saloon delineata da Marie Windsor con tratti da dark lady.

Voto: 7.

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