Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Nella Hollywood degli anni ’30, l’aspirante scenografo Tod Hackwett (William Atherton) si innamora della femme fatale Faye Greener (Karen Black); il loro rapporto ambiguo e contrastato, per via del carattere svampito e misterioso di Faye, viene messo in discussione quando il padre di lei muore e la ragazza si avvicina all’impacciato, ma economicamente solido, ragionier Homer Simpson (Donald Sutherland). Il carattere imprevedibile e svampito di lei plagia completamente il timido ragionier Simpson, rendendo a quest’ultimo la vita un vero inferno, tanto da portarlo a conseguenze estreme.
La regia del veterano Schlesinger, che si avvale di stacchi di montaggio azzardati e talvolta lentissimi, di costumi e luci all’altezza della sua fama, infarcisce il film con scelte fuori dal comune (come interlocutori interludi o la macchina da presa posizionata in maniera inusuale), ma non sa imprimere la giusta verve ad una vicenda troppo statica, con molti dei personaggi principali estremamente compassati e troppo metodici. I rapporti interpersonali quasi morbosi, i dialoghi fitti e le molteplici dinamiche non forniscono il giusto grado di interesse ad una vicenda annacquata, portata ancor più per le lunghe da dettagli spesso inutili, che rendono la visione molto pesante. Eppure il finale, metaforico, apocalittico, quasi felliniano, vale da solo la visione dell’intera pellicola.
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