Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Difficile trovare un racconto più caustico di questo sulla fabbrica dei sogni.Hollywood ,il supremo demone che plasma e appiattisce le coscienze è inquadrato dal basso,da quel sottobosco che la anima alla base,da tutti quei personaggi che vi orbitano attorno e che vorrebbero sfruttarne i vantaggi.Sinceramente non sono sicuro di aver capito fino in fondo questo film e forse il mio giudizio risente di questo.E'un film ambientato negli anni 30 in cui tre personaggi che sono nell'anonimato(uno scenografo,un attricetta che cerca di sfondare,un ragioniere)cercano di emergere nel mondo dorato di Hollywood.L'attricetta scende a qualsiasi tipo di compromesso,lo scenografo sembra moralmente più retto,il ragioniere che riesce ad avere una storia con l'attricetta,a costo di rovinarsi economicamente ostentando un tenore di vita molto al di sopra delle proprie possibilità, è sottoposto continuamente a umiliazioni cocenti.La fabbrica dei sogni più che altro viene dipinta come una fabbrica degli incubi e del resto affidare una descrizone dell'industria cinematografica a un autore inglese che era venuto da poco a Hollywood conoscendo subito il successo planetario poteva essere visto quasi come un atto dovuto.Un po'come chiamare un arbitro neutrale.Invece Schelsinger non è neutrale per nulla e accentua il lato apocalittico e caotico in un finale di rara e disturbante violenza.Il film è piuttosto lungo e sicuramente non è facilmente fruibile,è fotografato benissimo e ha dalla sua delle scenografie di immenso valore.La sequenza del crollo della scenografia nel film Waterloo in cui lavorava lo scenografo fa salire quasi il cuore in gola.E'recitato benissimo:la Black con tutte le sue smorfie e mossette,i suoi scarti umorali è perfetta,Atherton dipinge di grigio un personaggio grigio aumentandone la grandezza,Sutherland va un po'sopra le righe,ma regala una prova notevole. E'però un film che forse sbanda per eccessiva voglia di andare contro,è incline a descrivere in maniera grottesca tutto il microcosmo alla base di Hollywood,non ha un briciolo della leggerezza e dell'humour che forse avrebbero resa più respirabile l'atmosfera.Qui è tutto plumbeo,incombente,soffocante e i lunghi momenti,diciamo riflessivi,contribuiscono ancora di più a renderlo di difficile fruibilità.Io adoro Schlesinger ma sinceramente questo non mi sembra il suo capolavoro,è un film che visivamente abbacina ma rivela troppo presto la sua tesi e probabilmente parla un linguaggio cinematografico troppo forbito per il grosso pubblico.E questo,a mio parere,ha determinato l'insuccesso commerciale del film.Un delitto capitale in quel di Hollywood....
ottimo
ottimo caratterista qui sfruttato al meglio
prova di grande talento
un po'sopra le righe
un film importante,difficile in cui la regia è parecchio incline al grottesco.Secondo me non è il suo capolavoro
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