Alla fine degli anni Trenta, mentre Tod e Faye cercano vanamente di farsi strada a Hollywood, Homer finisce per farsi linciare dalla folla. Un film amaro e cattivo, tratto da un celebre libro di Nathanael West.
I difetti ci sono e sono anche copiosi, dovuti però a un “eccesso di cuore e quindi perdonabili. Bastano infatti le straordinarie scene conclusive a nobilitare l’opera. E in ogni caso una buona rilettura del magnifico racconto di Nathaniel West da cui trae origine definito da Scott Fitzgerald il più bel romanzo scritto su Hollywood e il suo mondo
Ogni volta che mi capita di rivedere “Il giorno della locusta” (cosa che è accaduta proprio in questi giorni), ritrovo inalterate tutte le emozioni “della prima volta” che sono state molteplici, profonde e avvolgenti, tanto che mi sembra davvero impossibile che l’opera abbia suscitato alla sua uscita sugli schermi, una levata di scudi così consistente… leggi tutto
Non è un vero e proprio documento sulla vecchia Hollywood e il sogno americano, né tantomeno una testimonianza sul trapasso culturale dagli anni 30 agli anni 40. È più un’enorme giostra sul disincanto, una calamita per ossessioni, deliri, disvelamenti e repressioni. Un film frastornato e roboante, che alterna grandi sequenze visionarie a inutili lungaggini di… leggi tutto
Non è un vero e proprio documento sulla vecchia Hollywood e il sogno americano, né tantomeno una testimonianza sul trapasso culturale dagli anni 30 agli anni 40. È più un’enorme giostra sul disincanto, una calamita per ossessioni, deliri, disvelamenti e repressioni. Un film frastornato e roboante, che alterna grandi sequenze visionarie a inutili lungaggini di…
“Aggiornando” un quarto di secolo dopo l‘omonimo film di metà anni ‘90 scritto e diretto da un George Huang all’esordio, Kathleen Robertson (“Beverly Hills, 90210”,…
Il giorno della locusta The Day of locust USA - 1974. Alla fine degli anni Trenta, in un quartiere periferico di Hollywood, San Bernardino, vivono tre persone che il destino farà incontrare Tod Hackett/William Atherton, un aspirante scenografo di film, Faye Greener/ Karen Black, attrice di secondo piano, che sbarca il lunario sognando di fare carriera, suo padre Harry Greener/…
Cicala, oh!, cicala, che suoni, e canti, maschio, il tuo rumore bianco - amplificati schiocchi e vibrazioni a modulazione di frequenza sui 100 e passa decibel* - per tutte le femmine in ascolto, e per tutta…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
Una raccolta sui film in cui vengono raccontati i retroscena, i dietro le quinte, i trucchi, la lavorazione, le storie degli attori durante il lavoro: tutto ciò che riguarda la costruzione dell'opera…
Un po’come Gli ultimi fuochi, è il romanzo di un’epoca perduta, quella della Hollywood che negli anni trenta raggiunse il massimo splendore. Tratto da un romanzo malato e crudele di Nathanael West, è una aspra, e cinica rapsodia sulle disfunzioni del sistema hollywoodiano, visto attraverso le esperienze di alcuni personaggi che vanno a comporre un coro tra il grottesco…
Guardando Il giorno della locusta mi è subito balzato all'occhio una specie di filo conduttore tra questa pellicola e Un uomo da marciapiede, altro bellissimo film di Schlesinger. La distruzione del sogno, quello americano se vogliamo, ma non solo e non necessariamente. La pura e semplice distruzione di un sogno, probabilmente ingenuo come quello di Joe Buck del marciapiede di cui sopra, ma…
Pro: ottimo spaccato della cinica macchina sforna celebrità hollywoodiana, bravi interpreti, tecnica registica innegabile, estetica superba e soprattutto un finale da Oscar. Contro: più di due ore di una storia che rigira su se stessa sono tante e forse troppe. Nel complesso il circo di personaggi è ben assortito ed il film si fa guardare con piacere. Voto: 7,5/8.
Nella Hollywood degli anni ’30, l’aspirante scenografo Tod Hackwett (William Atherton) si innamora della femme fatale Faye Greener (Karen Black); il loro rapporto ambiguo e contrastato, per via del carattere svampito e misterioso di Faye, viene messo in discussione quando il padre di lei muore e la ragazza si avvicina all’impacciato, ma economicamente solido, ragionier Homer Simpson…
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
Difficile trovare un racconto più caustico di questo sulla fabbrica dei sogni.Hollywood ,il supremo demone che plasma e appiattisce le coscienze è inquadrato dal basso,da quel sottobosco che la anima alla base,da tutti quei personaggi che vi orbitano attorno e che vorrebbero sfruttarne i vantaggi.Sinceramente non sono sicuro di aver capito fino in fondo questo film e forse il mio giudizio…
Tratto dal romanzo di Nathanael West, il film di Schlesinger affronta il tema della 'Fabbrica dei sogni' vista attraverso alcuni 'addetti ai lavori': uno scenografo (William Atherton) ed una comparsa (Karen Black) ed i personaggi che si intrecciano con loro. Il soggetto, che smaschera ciò che c'è dietro alla macchina cinema, è molto interessante ma la regia non sempre…
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Commenti (3) vedi tutti
I difetti ci sono e sono anche copiosi, dovuti però a un “eccesso di cuore e quindi perdonabili. Bastano infatti le straordinarie scene conclusive a nobilitare l’opera. E in ogni caso una buona rilettura del magnifico racconto di Nathaniel West da cui trae origine definito da Scott Fitzgerald il più bel romanzo scritto su Hollywood e il suo mondo
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Apocalypse Now! Peccato che il finale stride con quanto visto prima, fondamentalmente soft. Karen Black adorabile civettuola.
commento di moviemanUna lunga scena finale di delirio collettivo davvero indimenticabile!
commento di Xiao