Espandi menu
cerca
La cosa

Regia di John Carpenter vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2024
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La cosa

di Furetto60
9 stelle

Capolavoro assoluto di Carpenter

L'attività di un gruppo di scienziati,in forza presso un'installazione militare statunitense, sita al Polo Sud, viene sconvolta dall'arrivo di un elicottero proveniente della vicina stazione norvegese.Il pilota e copilota sono impegnati nell'inseguimento di un cane che corre tra i ghiacci con l'intento di sopprimerlo, prima che raggiunga la base,ma nella folle sparatoria che segue i norvegesi vengono uccisi e l'elicottero distrutto.

McReady alias  Kurt Russell e Copper, per scoprire cosa ha spinto a un gesto così folle i pacifici vicini,decidono di recarsi presso la base norvegese,ivi sepolto da metri di neve i ricercatori hanno rinvenuto qualcosa di terribile e funesto che ha messo a ferro e fuoco il campo in una escalation di orrore

Presto a loro spese scopriranno che il siberian husky in fuga, portava al suo interno una creatura aliena tenace, capace di prendere le fattezze delle forme di vita con le quali entra in contatto, fino ad assumerne in tutto e per tutto le loro sembianze. Inizia una lotta serrata tra gli uomini dell'U.S. Outpost #31 e "la cosa" che ha come posta in palio la loro sopravvivenza e quella dell'intero genere umano. 

Carpenter trasse ispirazione dal film  "intitolato "The Thing from Another World", diretto da Christian Niby e dal grande Howard Hawks, ma piuttosto che rifare il capolavoro ne prese solo spunto, diversificandone le tracce e i temi.Debitore nei confronti di Ridleey Scott e dei suoi Alien da cui eredita,tutta una serie di fattori scenografici e di espedienti estetici,Carpenter in modo geniale rappresentò  e tradusse, le ansie e le paranoie e i problemi sociali e politici dell'epoca e in particolare quella reciproca diffidenza e quella sensazione di minaccia continua che fecero da sfondo a tutta la Guerra Fredda.

Metafora della paura dell'Altro,dello straniero, l'opera di Niby-Hawks, recava però un messaggio alla fine ottimista, il gruppo di protagonisti si coalizzava compatto per combattere il nemico,in "soldoni" l'America dunque unita e solidale, poteva  sconfiggere lo spauraccchio del comunismo definitivamente,vedi il Maccartismo imperante e dilagante in quegli anni,invece nel capolavoro di Carpenter, c'è un'inversione di tendenza "La cosa", mette in scena la disgregazione del gruppo sociale che si trova ad affrontare il male, la frammentazione della propria identità, cui conduce il confronto con l'altro, il vero antagonista non è più solo l'alieno, ma i protagonisti stessi finiscono per diventare i propri nemici e il confine tra buoni e cattivi, si fa via via sempre più sfumato e avanza il terrore  di trovarsi all'improvviso all'interno di una realtà ostile,con la paura di non sapere più di chi o di cosa fidarsi,
Tutto il film è un "climax" che porta insesorabilmente ad una follia paranoide e all'autodistruzione, specchio di questa nuova mentalità individualista e nichilista.
Il film  mette in scena tutte le paure dell'uomo moderno,sotto forma di un'entità malvagia e indescrivibile,ma soprattutto indefinibile,come una misteriosa rapprentazione del male.
Per sottolineare il suo essere appunto un'entità,la priva di caratterizzazione e di una struttura definita, il regista non le concede mai un volto,ecco perché "la cosa" non è in grado di assumere un aspetto definitivo: il male non può avere una sola faccia, non può avere un'identità univoca.
La genialità nella messa in scena, ad opera del tecnico degli effetti speciali Rob Bottin, fu quella di rappresentare l'essere alieno come un accumulo organico assolutamente indefinito e indefinibile,peraltro l'ambiente stesso si trasforma qui in una minaccia,come in "Alien"lo era lo spazio aperto, qui  i ghiacci dell'Antartide diventano presto  una barriera che preclude ai protagonisti ogni possibile via di fuga a ciò Il freddo polare si aggiunge, come un'ulteriore minaccia e l'uomo è impotente di fronte a tutto questo.Il teorema di Carpenter giunge alla sua conclusione: Il male è presente in ogni luogo,e non può essere sconfitto. La sua minaccia incombe inarrestabile ed è in grado di sconfiggere ogni positivismo, ogni fiducia,nonché la stessa identità dell'uomo,questa rimane la più inquietante eredità de "La Cosa",una sorta di profezia che a distanza di tanto tempo risuona nel presente, mettendoci in guardia rispetto ai pericoli cui la solitudine e la paranoia ci espongono.
Capolavoro senza età, ha avuto un pallido remake

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati