Regia di Douglas Trumbull vedi scheda film
La fantascienza umanizzata diventa hippy.Il film di Trumbull può essere visto anche lui(oltre al Solaris di Tarkovskij)come una riposta allo spartiacque 2001 Odissea nello spazio,furbescamente evocato nel solito insulso titolo italiano.Naturalmente siamo su piani molto diversi,c'è molta meno filosofia e uno spirito più anarchico ed ecologista,un po'figlio del proprio tempo. Del resto Trumbull aveva curato gli effetti speciali del film kubrickiano,inevitabile che nel suo esordio alla regia ci siano ben chiari gli echi del cinema del maestro.Trumbull ci regala un film di fantascienza in cui è l'uomo al centro di tutto e non le macchine,parla di un mondo senza vegetazione perchè distrutta dalle guerre e intanto ci fa vedere una stazione orbitante in cui c'è una specie di serra per coltivare piante e ci sono anche piccoli animali del sottobosco.Al finale di pessimismo cosmico di 2001 risponde con la serra di cui sopra spedita nell'infinito come messaggio nella bottiglia per le civiltà con cui magari venisse a contatto.Ci parla di natura,di volontà di pace,di difendere a tutti i costi quello che sulla terra non c'è più.Colui che si deve occupare delle piante coltivate ricevuto l'ordine di distruggere tutto non esita a uccidere pur di continuare la sua opera,per conservarla contro l'ordine di autodistruzione che gli è stato impartito .Rimane solo nell'astronave,solo assieme ai suoi buffi robot con cui parla,scherza,gioca a poker.Dei commilitoni fatti di viti,bulloni e schede magnetiche ma così terribilmente umani e anche un po'tristi con la loro andatura faticosa e ondeggiante a causa dei piedi troppo corti.La seconda parte del film è praticamente un one man show del bravo Bruce Dern che completa il suo disegno.Il film di Trumbull non gioca le sue carte solo sulle scenografie e sugli effetti speciali(notevoli entrambi,siamo tra l'estetica di 2001 e quella di Spazio 1999),ma si affida al suo racconto ecologista che in fondo una speranza,seppur piccola la concede.Guarda quasi con deferenza al film di Kubrick,lo cita(il cervellone di bordo si chiama HAL indovinate come chi)eppure ne ribalta il pessimismo affidandosi allo spazio infinito per avere una via d'uscita.Spedisce nello spazio il suo giardino amorevolmente curato e poi si autodistrugge.Luce accecante.Titoli di coda....
ritmi lenti,le scenografie non diventano le uniche protagoniste ed è già un grande merito
molto bravo,la seconda parte del film è praticamente un one man show
non memorabile
all'epoca giovane virgulto
ok
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