Regia di Daniel Haller vedi scheda film
Poco da dire. Tutto si esaurisce nei patinati e jamesbondiani titoli di testa, dove le bellone di turno si mettono in posa sulla sfavillante scritta in onore del protagonista in tipico stile glamour da fine anni '70/inizio '80. Estremamente carente sotto ogni profilo, questo classico prodottino sci-fi a basso costo che tenta spudoratamente di sfruttare la scia di successo di Star Wars riciclando un vetusto personaggio da comic strips anni '30, ha il solo merito di generare una passabile serie tv che, vista con spirito adolescenziale, tra sventole in spandex, effetti poco speciali, scenografie e costumi decisamente kitsch, non poteva non allietare la gioventù dell'epoca (Erin Gray scatenò tempeste ormonali ad un'intera generazione di sbarbatelli). Indimenticabili gli antagonisti - praticamente Gengis Khan e i suoi tartari trasposti nel 25° secolo - nonché l'anacronistico e ridicolissimo ballo in puro stile La Febbre del Sabato Sera. Da sbellicarsi.
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