Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Caccia al Ladro è un thriller che lascia ampio spazio alla commedia sofisticata ed alle schermaglie amorose tra i due divi protagonisti. . Ma non parlatemi di opera minore: un Hitch in formissima dirige con mano leggera ma sicura un'opera di eleganza effervescente, mescolando abilmente i toni del giallo con quelli della commedia brillante.
Un’ondata estiva di furti sconvolge le notti dei ricconi che popolano i Grand Hotel della Costa Azzurra. La polizia sospetta John Robie, detto “Il Gatto” (Cary Grant), mitico ladro redentosi, insieme alla sua banda, partecipando alla Resistenza francese. Sospettato persino dagli ex compari, convertitisi in ristoratori, Robie deve cercare di provare la propria innocenza smascherando il vero ladro, trovando un improbabile alleato nel rappresentante degli assicuratori Lloyd's di Londra, che gli fornisce una lista dei possessori dei più ghiotti gioielli in Riviera. Tra questi spicca la vedova Stevens, una milionaria texana in villeggiatura con la bellissima figlia Frances (Grace Kelly), all'inizio apparentemente timida e assoggettata alla madre, ma che poi, a partire da uno sfacciato ed inatteso bacio, rivela un'indole più intraprendente del previsto nel condurre la sua personale “caccia al ladro”.
Sceneggiato da John Michael Hayes, Caccia al Ladro è un thriller che lascia ampio spazio alla commedia sofisticata ed alle schermaglie amorose tra i due divi protagonisti. Rispetto al “solito” Hitchcock si palpita e si sobbalza meno sulla sedia, ma si ride molto, fino all'inquadratura finale (“Mother will love it here!”). Ma non parlatemi di opera minore: un Hitch in formissima dirige con mano leggera ma sicura un'opera di eleganza effervhescente, lodevole anche proprio in quanto atipica rispetto alla sua produzione, ove più che le invenzioni registiche rivoluzionarie spiccano la cura della messinscena e l'abilità nel miscelare i toni del giallo con quelli della commedia brillante. Tra le scene memorabili: il bacio a sorpresa sulla porta della stanza, la zuffa al mercato dei fiori, l'inseguimento in macchina sulla corniche (con sfondo retro-proiettato!!), l'appuntamento notturno per vedere i fuochi artificiali (?!) dalla stanza d'hotel di Frances, il ballo in maschera del finale ed il successivo inseguimento sui tetti.
Tra gli elementi di fascino del film anche un indubbio divismo, esaltato dall'esclusività delle location tra Cannes, Nizza e Montecarlo, grazie ad una chimica scoppiettante tra i due interpreti, che si scambiano battute per l'epoca ai limiti del consentito. L'attempato Cary Grant sfoggia uno charme per nulla scalfito dal tempo ed una fulgente Grace Kelly illumina letteralmente lo schermo ad ogni apparizione.
Oltre alle star, voglio citare anche la spassosissima Jessie Royce Landis nel ruolo della signora Stevens, esilarante nella caratterizzazione della salace milionaria per caso, amante della bottiglia, sarcastica e senza peli sulla lingua.
La meravigliosa fotografia di Robert Burks, meritatamente premiata con l'Oscar, esalta la naturale luminosità dei colori della Costa Azzurra ed intriga quando vira la luce sul verde, soprattutto se emergono pulsioni ladresche.
Come non citare anche i costumi di Edith Head: la leggendaria eleganza degli abiti di gran moda sfoggiati dalla diva Grace Kelly e la sfarzosità dei costumi settecenteschi del ballo in maschera.
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