Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Sin da quando i due divi cominciano a interagire, la loro fascinosa intesa produce faville, tra pimpanti scaramucce verbali e tiremmolla sentimentali.
Un film insolito, per Alfred Hitchcock: niente sobbalzi di paura, niente omicidi e brividi ridotti al minimo. Il motivo è che si tratta di una commedia. Raffinata, godibilmente spigliata e percorsa da giocosa ironia. Il regista inglese ritrova Cary Grant a nove anni a Notorius e Grace Kelly appena dopo Il delitto perfetto e La finestra sul cortile: sin da quando i due divi cominciano a interagire, la loro fascinosa intesa produce faville, tra pimpanti scaramucce verbali e tiremmolla sentimentali, ma lo spessore meditativo dei suddetti capolavori del maestro (e anche di quelli futuri) è pressoché assente, perché stavolta l'obiettivo della cinepresa si arresta sull'intrattenimento epidermico (basti riferirsi al buffamente repentino inseguimento in automobile, ai fuochi d'artificio che si possono contemplare dal balcone dell'albergo e allo sfarzo del party settecentesco), che pure non perde un colpo strada facendo: merito dei bellissimi scenari della Costa Azzurra fotografati con opulenza cromatica e luminosa da Robert Burks (premiato con l'Oscar) e della scorrevole sceneggiatura di John Michael Hayes, che utilizza come soggetto un romanzo di David Dogde in cui fino all'agnizione finale ciascun personaggio, compreso il baldanzoso protagonista, è sospettabile di essere il colpevole. Hitchcock è uno dei passeggeri della corriera presa da Grant, in un autoironico cammeo.
Colonna sonora di Lyn Murray.
BUON film (7) — Bollino VERDE
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