Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro, ma a me il film è piaciuto. Anzi, mi sono confermato nella convinzione che il nome di Hathaway è una garanzia. Certo, non è tra le migliori opere del regista, ma la sua mano sicura nel condurre la vicenda e i due attori non mi hanno causato un momento di noia. L'unico rimprovero che faccio al regista è quello di aver dato un po' troppo spazio all'ambientazione esotica e alle tribù indigene a spese dei due protagonisti e della loro storia d'amore. Comunque, sul fatto degli indigeni e della loro colonizzazione, il film ha qualcosa di interessante da dire. Questa è la verità, spesso dimenticata, che, accanto a personaggi senza scrupoli e avidi di ricchezze, in Africa andarono anche molte persone, tra cui molti missionari, con buone intenzioni e intenzionate a sacrificarsi per il bene di quelle popolazioni. Una parte non piccola del loro lavoro, fu liberare le tribù da certe disumane e crudeli superstizioni, in particolare connesse con la magia; nel ritratto di queste realtà il film è molto fedele e realistico.
Interessanti i due protagonisti. Lui è l'uomo che è vissuto in Africa come sfruttatore, al quale ormai la coscienza ne fa sentire la nausea. La vicenda gli offrirà anche l'occasione per il suo riscatto. E' poi un finto duro, e anche il suo proteggere gli animali ingabbiati non è motivato dal denaro che ne riceverà (come dice), ma per la compassione che prova per loro. Anche lei, da parte sua, è desiderosa di dare una sterzata alla sua vita, pentita di essere vissuta in funzione della posizione sociale e della comodità.
Insomma, è un film non banale e ben condotto; non è esente da difettucci, ma la somma algebrica è ampiamente positiva.
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