Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
E' prerogativa di ogni vero appassionato di cinema apprezzare anche quelle pellicole che nonostante siano prive di invenzioni, piatte come un'asse da stiro, assai convenzionali e per nulla distintive, possiedano ugualmente un loro oscuro fascino. La mia personalissima naïveté mi conforta in tal senso una volta di più proprio per il summenzionato titolo. La testolona imbronciata e ciondolante di Mitchum, sorretta da solide ed impavide spallone, e tutto il pepe della Hayward son ben in grado di animare anche la posticcia foresta equatoriale made in Hollywood nella quale si avventurano. Sfiora il ridicolo involontario l'apertura, con quella comica lotta tra un gorillone da festa mascherata (probabilmente lo stesso riutilizzato in "Una Poltrona Per Due") e degli uomini unicamente preoccupati di un più che probabile, imminente ed irrefrenabile scoppio di risa. Qualche lembo di terra e di natura incontaminata (non certamente suppellettili per questo genere cinematografico) purificano in parte l'artificiosità di molte scene ma non basta: il film è avventuroso quanto una riunione di condominio ed atonico come un impiegato del catasto. In quel periodo il genere offriva decisamente di meglio.
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