Regia di Anthony Richmond (Tonino Ricci) vedi scheda film
Il nerboruto, eroico Thor ha in mente un solo proposito: vendicarsi di colui che ha ucciso i suoi genitori, il terribile Gnut. Per raggiungere il suo scopo è pronto a tutto, anche a perdere la vista; ma con l'aiuto degli dei Thor torna a vedere e a combattere con ancora maggior vigore.
Prodotto visibilmente arrangiato alla meglio, appartenente alla fase decadente (e finale) del cinema di genere italiano, Thor il conquistatore si inserisce nel filone 'primitivo'-mitologico, tipico dei primi anni '80, che poi sconfinò anche nel postatomico e in altre derive simili. La base di tutti questi film era la medesima: il ritorno allo stato di natura; questa pellicola in particolare vira verso l'immaginario delle leggende nordiche, proponendo nella sceneggiatura di Tito Carpi un menu a base di muscoloni, belle donne pettorute, combattimenti fisici e azione/ritmo. Tonino Ricci, che si firma Anthony Richmond, sa il fatto suo e riesce ad arginare i danni; ciononostante il film risulta comunque di scarso, scarsissimo spessore e neppure il mestiere di Carpi può dare tono a una pressochè totale mancanza di contenuti nella storia (personaggi stereotipati, dialoghi inverosimili, situazioni banali). Anche la scelta del non eccellente Bruno Minniti quale protagonista è discutibile; altri nomi principali nel cast: Malisa Longo, Maria Romano, Raf Baldassarre, Luigi Mezzanotte. Nel bene (il tentativo di portare avanti in qualche modo il cinema 'artigianale' nostrano) e nel male (non è necessario aggiungere altro, si presume), Thor il conquistatore finirà per essere uno degli ultimi lavori diretti da Ricci. 2/10.
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