Regia di John Cassavetes vedi scheda film
Di "Faces" possiedo una vecchia registrazione televisiva, quando fu mandato in onda su Rai tre da Vieri Razzini, che era uno dei pochi a sostenere il cinema di qualità fra gli anni 90 e i primi 2000. Quarto lungometraggio di John Cassavetes, è sicuramente uno dei più rappresentativi della sua peculiare estetica da "cinema-verità", fatta di lunghe conversazioni in tempo reale, dialoghi semi improvvisati dagli attori, macchina a mano che scruta ossessivamente i loro volti in primissimo piano, riprese su pellicola 16 mm che danno al film un aspetto marcato da "home movie", fotografia che privilegia composizioni monocromatiche con un bianco accecante, che viene però alternato ad immagini dai contrasti più profondi. E' uno stile che avrà senz'altro grandissima influenza su tanti registi successivi e che in "Faces" è già padroneggiato con notevole bravura, tanto da farlo in genere preferire da alcuni influenti critici rispetto all'esordio con "Shadows". Se devo essere proprio sincero, la parte iniziale l'ho trovata un po' difficoltosa, con alcune scene volutamente protratte e dialoghi a tratti dispersivi, così come la sparizione di personaggi quali quello interpretato da Fred Draper, attore-feticcio del regista, risulta piuttosto brusca. La seconda parte è molto migliore, più focalizzata sui personaggi e sulle loro problematiche esistenziali, con alcune sequenze lunghe che in termini di regia e sceneggiatura appaiono controllate molto meglio, e il "finale aperto" ha una forte risonanza emotiva. Fra gli attori John Marley appare eccellente nella parte di questo Richard Forst, caratterizzato con sottigliezza e attenzione alla resa psicologica, tanto da meritare la Coppa Volpi alla mostra di Venezia, ma altrettanto bravi l'esordiente Lynn Carlin e il veterano dei film di Cassavetes Seymour Cassel, entrambi candidati all'Oscar come attori non protagonisti. L'unica a restare fuori dalla zona riconoscimenti in questo caso è stata proprio Gena Rowlands, che però risulta spesso memorabile nella parte della escort d'alto bordo Jeannie che fa rivivere la sua giovinezza al malandato Richard. E aggiungerei che fra i caratteristi si nota Darlene Conley, futura Sally Spectra di Beautiful, qui già piuttosto rotondetta nella parte di una delle tre amiche che accompagnano a casa Maria con il gigolò. Un film certamente moderno, vibrante, bello e significativo da un punto di vista storico, opera di rottura con la Hollywood classica, ma anche con la New Hollywood presso cui Cassavetes rimase un estraneo anche se suscitò l'applauso di registi come Martin Scorsese.
voto 9/10
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