Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Il film è solido e girato anche in un’epoca buona per il western. Il regista di Ultima Notte a Warlock e di altri grandi titoli della storia del cinema non sembra però cavarsela bene con Shalako. La storia è tratta da un romanzo di Louis L’Amour e vede un solitario cowboy interpretato da Sean Connery incontrarsi e scontrarsi con una carovana di nobili europei che ancorati ancora ad un mondo pseudo-feudale credono di fare tutto quello che vogliono senza problemi. Come per esempio dare la caccia al puma, tra l’altro scovato e braccato dalle loro guide, i nobili si limitano a sparargli quando ormai è in trappola. Oppure credono di poter gestire il problema apaches di testa loro, solo perchè quelli sono dei selvaggi. Ma i fatti daranno loro torto. Durante una battuta della riottosa contessina Brigitte Bardot, muoiono anche tre apaches di Chato, Woody Strode, e questo scatena la guerra. Assediati al loro fortino decadente, come la stessa nobiltà finisecolare, conti, consoli e contessine faranno i conti con la morte, la fame e l’umiliazione. Salvati in extremis da Shalako inizierano una fuga a piedi lungo l’ostile riserva indiana che hanno violato.
Sean Connery e Brigitte Bardot sono fuori luogo e fuori parte, e la stessa regia latita di commenti personali. Indiscusso protagonista è invece l’ambiente almeriense del deserto di Tabernas e del Valle del Mónsul dove sono state girate tutte le scene del film. Particolare infatti interessante è l’assenza di interni. Ci sono solo esterni in questo film, e le poche scene girate tra i ruderi del forte sono per lo più en plaine aire che al chiuso di una normale abitazione. L’elemento naturale è presentissimo dai titoli di testa a quelli di coda e viene fotografato con una riduzione di colori notevole tale da conferirgli quell’aspetto bruno e moresco che il luogo notoriamente possiede. Las Salinas e gli avvallamenti circostanti, insieme alle alture del Valle del Mónsul sono i veri protagonisti del film che li ritrae in campo lungo e lunghissimo per riempire il vuoto narrativo che causa al film un tracollo sensibile di efficacia.
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