Stefano ama Lidia, ma il padre di lui lo vorrebbe sposato, per interessi economici, a Giovanna. Stefano, mandato in Sudamerica per affari di famiglia, apprende della morte di Lidia. Ma quando torna in Italia riconosce l'amata in una sconosciuta giornalista.
La grande occasione per Giuseppe Pellegrini arriva nel 1973 con questo Giorni d'amore sul filo di una lama: dopo aver trascorso un decennio abbondante come assistente e sceneggiatore, in primis al fianco di Renato Polselli (nome di culto per tutti gli amanti del cinema di serie Z), al Nostro si presenta finalmente l'opportunità di dirigere un film tutto suo. Da un soggetto di Camillo Fantacci e con una sceneggiatura che Pellegrini stende insieme a Dante Cesaretti, Giorni d'amore sul filo di una lama riprende la tensione del thriller all'italiana tanto in voga in quel periodo e la inserisce in una love story dall'ambientazione classicamente veneziana, con misteri, scambi di identità e perfino malavita - altro tema popolare sul grande schermo di quegli anni - fra gli argomenti messi in campo. La fattura dell'opera è realmente modesta: che i mezzi siano pochi si vede bene e anche gli interpreti (Peter Lee Lawrence, Erika Blank, Silvano Tranquilli, Ivana Novak) fanno quello che possono; le musiche ad alto tasso di melodrammaticità firmate da Felice e Gianfranco Di Stefano chiudono il cerchio di una pellicola sgraziata. Non priva di ragione d'essere, anzi: Pellegrini sicuramente ce la mette tutta per portare a termine dignitosamente un lavoro con qualche ambizione artistica; purtroppo però il risultato nel complesso finisce per essere abbastanza deludente, poco brillante nei contenuti e ancor meno nella forma. Il regista, ci suggerisce il sempre informato e attendibile Imdb.com, chiuderà la sua carriera licenziando copioni pornografici (Le porno investigatrici, 1981; Stretta e bagnata, 1982). 2,5/10.
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