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Ça ira - Il fiume della rivolta

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su Ça ira - Il fiume della rivolta

di Baliverna
6 stelle

E' una carrellata su le guerre e le rivoluzioni del '900, dai prodromi della I Guerra Mondiale agli anni '60. Il punto di vista è decisamente quello comunista-anarchico, e la voce narrante (di Enrico Maria Salerno) non si sforza di nasconderlo. La figura migliore la fanno Lenin, Mao, e Castro; in generale la storia del secolo viene presentata come la lotta di coloro che vogliono la libertà contro quelli che gliela vogliono negare, per ragioni di potere o di arretratezza ideologica. Le immagini - quasi tutte d'archivio e reali - offrono diverse crude scene di esecuzioni capitali, morti in guerra e in campo di concentramento, scene di tafferugli con la polizia e di disordini cittadini. Molti spezzoni mostrano anche le varie rivolte operaie del secolo. In tutto questo l'Italia ci entra come qualunque altro paese del mondo, né più né meno. Per ogni situazione viene mostrato il dittatore o i politici mentre pronunciano discorsi alla popolazione. Il montaggio è veloce e spezzettato, fatto evidentemente da una grande mole di materiali di partenza.
Che dire di altro? La visione della storia di Tinto Brass, come dicevo, è molto chiara e sa da che parte stare. Tuttavia, perché non almeno menzionare anche gli 80 milioni di morti della rivoluzione maoista, le alcune decine di milioni dei gulag sovietici, o ancora le atrocità commesse dalle forze repubblicane (specie contro religiosi e sacerdoti) nella Spagna del '36? E' forse visibile un certo disagio nei confronti dell'invasione dell'Ungheria da parte dei sovietici nel '56, ma è solo una nuvola passeggera. E' senz'altro discutibile anche la tesi che le guerre sarebbero generate dalla triade Dio-patria-famiglia.
Fatte queste doverose precisazioni, il film finisce per essere comunque interessante come documento storico, benché da guardare con il giusto filtro alle lenti. Il regista rivela in quest'opera discrete doti di montatore, e mi domando come sia finito a girare, in anni più recenti, penosi film erotici in videotape. In fondo il Tinto Brass oggi meno noto è anche quello migliore.

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