Regia di Jerry Schatzberg vedi scheda film
Un brillante e ambizioso giornalista a caccia di colpi sensazionali (Christopher Reeve), promette al suo direttore un servizio bomba su un magnaccia di New York.
Ma poichè, nonostante gli sforzi e i tentativi di fare colpo su una prostituta apparentemente più socievole, in quel mondo di sfruttamento nessuno accetta di raccontare particolari sostanziosi per rendere unico il pezzo, il giovane improvvisa un articolo tutto inventato.
Il problema nasce quando, pur lavorando con l'immaginazione, il giornalista finisce per tracciare le caratteristiche molto somiglianti a quelle di un sadico ed efferato vero sfruttatore (lo interpreta in modo indimenticabile un mefistofelico Morgan Freeman dalle unghie lunghe e curatissime).
Tra l'altro l'uomo viene coinvolto in un omicidio e la polizia cerca questo pretesto per condannarlo, dopo anni che cercava di fermarne l'opera di sfruttamento.
Le indagini si indirizzano subito verso il giornalista, diventato nel frattempo famoso, e che la polizia crede molto connesso con le attività del magma cia. Solo un astuto stratagemma permetterà al giornalista di scamparla, dopo aver anche messo a repentaglio non solo la vita della cordiale prostituta con cui si era confidato (la bravissima Kathy Baker), ma anche il proprio matrimonio, facendo insospettire e spazientire anche la ragionevole compagna (Mimì Rogers). Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al 40° Festival di Cannes, Street Smart è una delle ultime prove del regista e fotografo newyorkese piuttosto ammirato Jerry Schatzberg, noto per Panico a Needle Park (1971) e Lo spaventapasseri (1973) con un esordiente Al Pacino.
Sferzante descrizione del mondo arrivista e calcolatore della stampa e del giornalismo, il film si trasforma poco per volta in un cupo thriller che plasma in modo sempte più inquietante il personaggio centrale del magnaccia, reso, attraverso una grande performance da Morgan Freeman, nello psicopatico che dalla descrizione iniziale pareva limitarsi ad un personaggio bonario, certo un po' folle, ma poco pericoloso.
Per Christopher Reeve, molto legato a questo progetto tanto da accettare il ruolo dello sfortunato quarto capitolo di Superman solo in cambio del via libera per questo progetto, si tratta probabilmente del suo migliore ruolo da protagonista, lungo una carriera che ha conosciuto anche prove d'autore, ma non è mai riuscita a sfondare in termini commerciali al di fuori del ruolo del noto supereroe.
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