Regia di Michael Caton-Jones vedi scheda film
Un giovanissimo Leonardo DiCaprio sfida il mostro sacro Robert De Niro, che in questo periodo era in forma splendente.
E’ questo il principale motivo d’essere di Voglia di ricominciare e di suo non è affatto poco (anzi), peccato che poi manchi un po’ di nervo in regia e forse qualche spunto in più ad arricchire la storia.
Stati Uniti anno 1957, Caroline Wolff (Ellen Barkin) vive da sola col giovane Toby (Leonardo DiCaprio) che non seguito a dovere diventa particolarmente irrequieto anche perché le sue compagnia sono quello che sono.
Ma poi nella loro vita entra Dwight (Robert De Niro) che sposa presto Caroline e vorrebbe rimettere in riga Toby.
Ma anche lui non è propriamente quello che si definisce esempio massimo di vita.
Il film offre il suo meglio nel confronto - a tratti mastodontico e con una scelta di casting lungimirante - tra i personaggi di Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, che con le reciproche interpretazioni riescono a fornire maggiori motivi d’interesse rispetto alla trama in se che, soprattutto nella prima parte, ricorda fin troppo un lavoro precedente dello sceneggiatore Robert Getchell, ovvero Alice non abita più qui (insomma in pochi riescono ad essere davvero originali quando sceneggiano).
Non mancano comunque innesti interessanti, come l’amico omosessuale di Toby, e la vicenda amara e dinsincatata ben riesce ad incunearsi nella provincia americana dove le cose funzionano in maniera sostanzialmente diversa rispetto al tipico sogno americano dove tutti avrebbero sempre tutto per farsi largo nella vita.
Complessivamente mi pare più un film di mestiere piuttosto che realizzato sempre con strenua sincerità (d’altronde Michael Caton-Jones non è di certo Scorsere), peccato perché rivisto oggi il comunque interessante scontro generazionale tra DiCaprio e De Niro poteva essere sfruttato meglio.
Non immancabile, ma comunque da vedere, anche per (ri)valutare per bene il buon Leonardo DiCaprio, emancipato fin da giovanissima età.
Non riesce a dare un contributo rilevante a livello puramente registico, sarà che di fronte a un tris d'assi come gli attori a sua disposizione ha deciso di lasciar loro campo libero.
E saggiamente aggiungerei.
Tratteggia un ruolo "contro" che riesce a rendere parecchio sgradevole grazie al suo innato talento recitativo.
Grande il suo duello contro il "mostro sacro" Robert De Niro, che si pone su due livelli, uno per quanto riguarda i personaggi in se (in costante conflitto generazionale), ed un'altro per come vengono affrontati e delineati.
Incredibilmente non sfigura affatto, anzi tutt'altro.
Predestinato.
Sicura, presenza adeguata al contesto.
Sotto stimata.
Piccolo ruolo nel quale non sfigura affatto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta