Regia di Peter Yates vedi scheda film
"Gli abbiamo fatto fare il pistolero, il macchinista, il giocatore d'azzardo, il rapinatore sofisticato....facciamogli fare un piedipiatti!"
L'enunciato fu emesso dagli agenti di McQueen dopo una striscia vincente di personaggi interpretati dal leggendario "King of cool", è questo il motivo scatenante della realizzazione di questo poliziesco diventato un classico nonostante alcuni difetti di scrittura di non poco conto, lo stesso Yates dichiarò che la prima stesura che gli capitò sotto mano era orrenda e piena di forzature che furono poi limate, a mio avviso non abbastanza, tanto che mi chiedo come due killer professioniti possano fare irruzione in un appartamento e non far fuori i loro bersagli disarmati al primo colpo in più la storia parte in una Chicago notturna dove si assiste alla fuga di Johnny Ross, il super testimone che Bullit dovrà sorvegliare a San Francisco, Yates astutamente mescola le immagini ai titoli di testa per confondere le idee allo spettatore che deve per forza perdersi un po' nella trama altrimenti il gioco di specchi che sta mettendo in scena potrebbe infrangersi ancor prima di cominciare.
"Bullitt" è però un poliziesco violento e con i piedi per terra spinto a tutta birra, splendidamente girato, costruito e montato sulle locations esterne di San Francisco in cui McQueen da una delle sue prove indimenticabili nei panni di uno sbirro che non vuol piegarsi ai capricci del politicante prezzolato Chalmers e pensa soprattutto a salvaguardare i suoi colleghi rimanendo aderente al suo impegno di tutore dell'ordine integerrimo.
Steve è uno spettacolo in tutto il suo istrionismo: le sue capacità di esprimere uno stato d'animo pronunciando tre parole e sovente nemmeno quelle è una dote che emerge splendidamente nella pellicola, in più è di un cool pazzesco con l'impermiabile e le scarpe scamosciate, con il golfino di lana amaranto, con il piagiama rabescato e più che mai con il girocollo blu per non parlare poi della sua onnipresenza in ogni anfratto del film, è lui a correre sotto la pancia di un jumbo in decollo ed è sempre lui più che mai spericolato a sfrecciare nella sua Ford Mustang verde all'inseguimento di Bill Hickman e il suo compare con il fucile a canne mozze per i sali e scendi di San Francisco in una sequenza che ha fatto scuola pur essendo piena zeppa di errori di continuità con quel maggiolino verde scuro che ricompare ad ogni curva e le borchie che volano dalla stessa ruota all'infinito, Yates appiccicato al suo protagonista che aveva guidato come un pazzo per un'intera sessione di riprese disse "Steve ho finito la pellicola!" e lui prontamente "Beh io ho finito i freni", semplicemente mitico ma non solo per questo perchè lo spettacolo di Steve McQueen è anche quando compie gesti semplici ed anticonvenzionali, non si è mai visto uno sbirro che a corto di monete da una pacca sul distributore dei giornali per grattarne uno.
Il cast di contorno è ottimo: dagli affezionatissimi di Steve come Simon Oakland e Don Gordon al sempre valido in ruoli negativi Robert Vaughan, una particina per Robert Duvall nel ruolo del cab driver ed il burbero Norman Fell nel ruolo del capo sbirro intransigente e poi la ciliegina sulla torta la giovane e meravigliosa Jacqueline Bisset ovviamente la pupa di Bullitt alla quale potevano fare a meno di mettere in bocca il pistolotto moralista.
Una pellicola epocale nel genere poliziesco ed uno dei ruoli memorabili di McQueen che con la sua fondina ascellare ha lanciato una moda addirittura fra i veri poliziotti, per una volta lo script è stato fatto in funzione delle immagini e della sua superstar immersa in una indagine creata su misura per lui e musicata superbamente dal jazz avangurdistico di Lalo Schifrin.
Cinque stelle sono troppe per il film ma mai per Steve esageratamente mitico.
Grande regia di Yates che ha gestito uno script debole coprendone al massimo i difetti e valorizzando la sua superstar.
Se non lo avete ancora capito quest'uomo è un mito, ne ho visti pochi nella mia vita di talenti naturali come lui e scusate se è poco.
Non solo bella la Bisset, anche efficace.
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