Regia di Peter Yates vedi scheda film
Lo sguardo di liquido acciaio del tenente di polizia Frank Bullitt, il cui cognome suona appunto come una pallottola ( l'ultima inquadratura, laconica e non ottimista, lo conferma), raramente perde la durezza che fa parte del carattere dell'uomo, un piedipiatti che è praticamente il padre putativo di tutti i duri a venire, da Harry Calla(g)han in poi, a far parte del grande filone del cinema d'azione americano: sul crepuscolo degli anni Sessanta, questa pellicola di Peter Yates rivoluzionò il concetto di film poliziesco, dandogli connotati più sfacciatamente alle prese con la verosimiglianza di giornate di gente che si confronta quotidianamente con morte, violenza e tragedie varie, pressate ai fianchi da un sistema di potere politico locale che cerca troppi compromessi , lasciando il lavoro sporco agli sbirri della strada. Uno dei primi lungometraggi in cui le sparatorie finiscono con spargimento di sangue, fino a pochi anni prima impensabili da proporre sullo schermo: Steve McQueen calza benissimo quest'uomo della legge troppo onesto per fare carriera, che , conscio della brutta vita che si è scelto, risolve il caso assegnatogli ma perde la donna che è con lui per incompatibilità , e non abbassa il capo alle pressioni di un superiore ben caratterizzato da uno dei migliori "antipatici" del cinema di Hollywood, Robert Vaughn. L'inseguimento per i sali-scendi di San Francisco sono ormai una colonna portante dell'immaginario collettivo, un noir camuffato da film d'azione che ancora oggi non lascia indifferenti.
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