Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Nell’estate del 1900 i Boxer si ribellano alla presenza straniera in Cina e assediano il quartiere delle legazioni a Pechino, ma alla fine arrivano i nostri. Dietro l’aspetto sfarzoso c’è un film neocolonialista senza tentennamenti: nessun dubbio sul fatto che i cattivoni abbiano torto e vadano schiacciati, nessuna domanda sul perché nei decenni precedenti la Cina avesse dovuto cedere parti sempre maggiori della propria sovranità; “Siamo qui per difendere un principio”, si dice a un certo punto, omettendo di precisare quale sia questo principio. In due ore e mezza c’è spazio anche per il riscatto morale di una reietta e per procurare una nuova famiglia a un’orfanella, sempre nel solco dei più banali motivi melodrammatici. Niven fa l’inglese imperturbabile, Heston lo yankee impulsivo, e fin qui tutto in regola; più difficile digerire la Gardner aristocratica russa.
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