Regia di Robert Rodriguez vedi scheda film
Non portate mai custodie di chitarre in giro, se per la città imperversa un pericoloso killer!
Nello stesso anno in cui Quentin Tarantino consegnava alle sale Le iene, capitolo primo pluricelebrato della sua formidabile epopea pulp, il ventiquattrenne Robert Rodriguez (suo futuro figlioccio artistico), con 7000 dollari e un cast per buona parte di attori non professionisti riusciva ad assemblare questo suo primo lungometraggio. Molto meno apprezzato dalla critica, ma altrettanto degno di nota rispetto al suo più famoso coetaneo. In El Mariachi notiamo peraltro già una certa vis anticipatrice di alcuni grandi tòpoi tarantiniani (già presenti ad ogni modo ne Le iene): l'imprevisto che spariglia le carte del disegno preordinato; il malinteso che genera dislivelli fra i personaggi (alcuni conoscono una certa parte della verità, altri un'altra, pochi la conoscono nella sua interezza); il protagonista inatteso, che suo malgrado viene tirato per la collottola in dispute che non lo riguardano e ne esce quasi sempre vincitore. Una macchina da presa nervosa, quasi tarantolata, primi piani à la Sergio Leone, un clima di tensione costantemente tenuto in ebollizione, connotano anche un'ottima fattura tecnica della pellicola. Rodriguez in seguito non sempre rispetterà le promettenti basi gettate nella sua opera prima, disperdendo il suo talento in infantilismi e commercialismi spiacevoli.
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