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52 gioca o muori

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su 52 gioca o muori

di alan smithee
7 stelle

PERSI A VENT’ANNI AL CINEMA…RECUPERATI TRENT’ANNI DOPO…IN RETE

Un industriale piuttosto facoltoso, sulla cinquantina, con bella moglie, villa con piscina e spider d'epoca tenuta con l'attenzione di una figlia, viene preso di mira da tre balordi psicpatici assai bene organizzati che gli hanno teso una trappola diabolica. Hanno trovato una bella bionda con cui fargli commettere adulterio in occasione di un meeting di lavoro, filmando il tutto e ricattandolo:; non contenti, fatta irruzione in casa e sottratta l'arma dell'uomo, uccidono l'amante occasionale filmandone le immagini e facendo in modo che le impronte del proprietario non vengano cancellate. Sotto scacco, l'uomo dovrà decidere se cedere ad un ricatto destinato a non finire mai, oppure rivelare la sua avventura alla moglie, fra l'altro impegnata in una carriera politca che la vede futura candidata in appoggio al nuovo sindaco.

In una produzione dei famigerati Golan/Globus della Cannon, noti produttori anni '80 di filmacci di cassetta di serie B tutti patrrottismo e buoni sentimenti (Invasion Usa ed altre chicche con Chuck Norris, Over the top con Stallone, Delta Force ed altre purghe), ma qualità vicina allo zero, questa volta tuttavia, sotto l'ala ed il fiuto da mestierante di gran mano come il valido John Frankenheimer, il frullato riesce bene e "52 gioca o muori" (52 si riferisce alle migliaia di dollari che caratterizzano il primo malloppo conteso tra ricattatori e vittima) si presenta come un thriller avvincente e inquietante, forte di un trio di cattivi assolutamente convincente, spaventoso e verosimile anche nelle situazioni più ardite ed improbabili.

Regia di polso, quella che ha fatto di Frankenheimer un apprezzato autore di film indimenticabili (Và e uccidi, L'uomo i Alcatraz, Il braccio violento della legge 2, Black Sunday), e la capacità di condurre l'intrigo esasperato sino ad un finale, liberatorio e beffardo, che dimostra ancora un volta come la giustizia personale si dimostri il metodo più efficiente per risolvere un complicatissimo e geniale complotto condotto con estrema freddezza ed abilità da almeno due dei tre variopinti delinquenti. Tra questi quello di colore (lo interpreta Clarence Williams III, mentre Alan il biondo capo psicopatico, ha i tratti irregolari e nervosi del duttile John Glover)  riesce davvero a mettere ansia, tanto il suo personaggio trasuda violenza a stento trattenuta ed istinto omicida sempre pronto ad intervenire.

Validi i due protagonisti tra i quali spicca un Roy Scheider in forma fisica smagliante, ma con i lineamente del volto già orientati verso un precoce incartapecorimento, ed una elegante Ann Margret, donna di classe desiderosa di non essere considerata più solo un decoro ornamentale.

Nel ruolo della lolita vittima sacrificale numero uno, scorgiamo una splendida e giovanissima Kelly Preston, futura sig.ra Travolta, molto bella ancora oggi.

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