Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Un film che non ha avuto il coraggio di andare oltre il prevedibile, dove tutto è insopportabilmente patinato e superficiale e che lascia solo una labile traccia della durata di un’ estate... o anche molto meno...
“Ma c’è qualcosa che non sai?” chiede Oliver, il professore americano che sembra uscito da Vogue, anzi no, da un fotoromanzo, occhioni azzurri e fisico atletico che mette continuamente in mostra, (il regista Guadagnino ha convenientemnte ambientato il film in estate) a Elio, il ragazzino ebreo di buona famiglia, tanto buona e tanto colta che ci viene a noia, e dopo questa “aulica” battuta (prendo in prestito il calzante aggettivo da un amico scrittore che si è annoiato quanto me e che mi aveva anche messo in guardia), verrebbe voglia di mollare il film, tanto sai già cosa succederà, e quel poco è così prevedibile!!! raccontato con un ritmo lento e spaventosamente vuoto. Ti verrebbe voglia di dire a Guadagnino, regista sopravvalutato sopravvalutato sopravvalutato, che il film non ci appassiona, non ci interessa, è artificiale, stupidamente colto, personaggi che fanno finta di pensare, di amare, di suonare il piano, di fare l’amore, di essere gay o straight o quello che è, ma qualsiasi cosa facciano o dicano o siano è FALSA.
Il film sembra fatto a tavolino davanti a una bottiglia di vino costoso e un pranzo chef vegano, e tante erre mosce, tra calcoli matematici per acchiappare premi, e quelli di dove andare in vacanza… Biarritz o Saint Moritz? raccontando l’amore gay come fosse un passatempo estivo tra un ragazzino insopportabilmente saccente e un professore mezzo stupido. E forse è proprio così… l’avevamo capito...noi...
Il film è girato modestamente, manca di tensione, gli attori si sforzano, compreso Timothée Chalamet che per fortuna si è poi rifatto con Beautiful Boy, (altro regista altro sceneggiatore).
E poi ci domandiamo perché scomodare Ivory per una sceneggiatura così che qualsiasi studente uscito da una qualsiasi scuola di cinema poteva scrivere?
Il dialogo segue tutto il resto, BANALE...
Tra una risatina e l’altra, suonatine, musichette, citazioni colte, sorrisetti forzati, piagnucolii, insegnamenti zuccherosi, ci sono le scene d’amore ma manca l’odore dei corpi, del sudore, del sesso, rimane tutto incastonato dentro una storia inutile e insopportabilmente patinata.
Guadagnino dovrebbe smetterla di fare film dove tutto quello che sa fare è sfoggiare talenti che non ha.
Un film che non ha avuto il coraggio di andare oltre il prevedibile, che lascia solo una labile traccia della durata di un’ estate... o anche meno...
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