Espandi menu
cerca
Chiamami col tuo nome

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LAMPUR

LAMPUR

Iscritto dal 1 novembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 164
  • Post 9
  • Recensioni 882
  • Playlist 335
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Chiamami col tuo nome

di LAMPUR
4 stelle

Pesca, o albicocca?

 

scena

Chiamami col tuo nome (2017): scena

 

 

Pesca e albicocca. Di entrambe ci eravamo fatti un'idea diversa prima del film, ma Guadagnino ci chiarisce ogni dubbio, puntando direttamente all'Oscar.

 

Qui si parla di Amore con la A maiuscola, ignorantelli che non siete altro: gay, etero o bisex.

E se non bastasse, il rapido cameo di “Rosellina e Celestino”, i due gay ospiti dei genitori di Elio, didascalico emblema della gaiezza convenzionale, sottolinea subito la differenza con l'immensa storia di spiriti confusi e brame dell’eros, coi piedini a toccarsi e le manine a sfiorarsi lievi, di Oliver, dall’alto del suo fascino conturbante, e di Elio, in piena tempesta ormonale, due figure che pur non disdegnando l‘erotismo più classico assegnato loro da volgari, insensibili e ciechi cromosomi (copuleranno e sposeranno sessi diversi), intanto insegnano al mondo che l'Amore Vero non può guardare in faccia a nessuno.

 

Ed il messaggio politically correct deterge tutto il film di casto segreto.

Nessuno dovrà sapere di loro e non si esporranno mai: “Non userai questo contro di me, vero?” Chiede all’efebico e incantato Elio, lo statuario Oliver, coinvolto sì, nella storia, ma conscio di non poterla sbandierare mettendo a repentaglio il suo lavoro e la sua vita già inquadrata.

 

Poi c’è la bucolicità, l’estate pigra, gli occhialini da “lens in black”, le scaramucce iniziali, la diffidenza dei primi approcci mascherati da finta arroganza, a rendere poi più intrigante l’attrazione… (come in una qualsiasi storiella d’amore a polo positivo vs. polo negativo)

 

E questo sarebbe un film da Oscar, piaciuto alla stragrande maggioranza di tutti, con livelli di Poesia esaltati dall’Amore Maiuscolo, che non guarda alle sciocche convenzioni bisessuali ma si esalta nel Sentimento Totale.

 

 

Armie Hammer, Timothée Chalamet

Chiamami col tuo nome (2017): Armie Hammer, Timothée Chalamet

 

 

 

Quindi potremmo innamorarci anche della nonna o fare sesso con l’amato cagnolino, perché no?

No dai, non esageriamo, proprio al massimo.. con una pesca, che etimologicamente, in questo caso almeno, al contrario dell’albicocca arabo/latina, deriva da “pescare (nel torbido)”… ed infatti, la scena con il succoso frutto, a metaforeggiare un rapporto anale (almeno credo) lascia basiti, come poi tutta l’evoluzione della stessa… forse con un’anguria veniva meglio, e avrebbe fatto ancora più ridere, messa a confronto con gli inserti filologici, i reperti bronzei e le “sensuali” diapositive di statue greco romane; ma come anche con i paesaggi agresti, i borghetti assolati, le cascate, i prati da correre e i laghetti limpidi, le macchinine color pastello anni ottanta, i telefoni a gettoni, i treni a vapore, le nuotatine e i balli fuori moda… tutte robe care allo sceneggiatore Ivory, regista di Camera con vista e Casa Howard...

 

E le donne? Le donne di questo film sono simpatici accessori, dalle ragazzette vacue e leggerine che gironzolano in bici con le loro domande profondamente spiazzanti (“ma io sono la tua ragazza?”), alle Mafalde donne di servizio del primo ottocento più che del 1983, fino alla mamma di Elio che legge versi in tedesco da brava ebrea (!) ma che il sesto senso di mamma e donna l’ha smarrito chissà dove e guida serena col figlio accanto che singhiozza, senza chiedere nulla…

 

Anche perché il Pistolotto Finale è a carico del padre, filosofico e comprensivo, che esalta l’Amore in tutte le sue accezioni, sottolineando al figlio che, comunque, il cuore svampa, gli anni passano, il corpo sfiorisce, i bambini crescono… e alimentando anche il dubbio - perché no - su retroscena vagamente pedofili...

 

Anche l’escamotage dello scambio di nome non servirà ad altro che a sublimare il momento topico della telefonata finale… quella che squarcia i cuori più sensibili, elevando un’episodica infatuazione estiva, da trasgressivo flirt, a storia romanzata.

 

 

Timothée Chalamet, Armie Hammer

Chiamami col tuo nome (2017): Timothée Chalamet, Armie Hammer

 

 

 

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati