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Chiamami col tuo nome

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Chiamami col tuo nome

di andenko
7 stelle

Se si potesse votare l'ambientazione, il film meriterebbe almeno 9, forse 10. Però, per contrasto, proprio la meticolosa ricostruzione dei tempi e dei luoghi fa a pugni con la storia che viene raccontata: non sarebbe mai potuta succedere "hic et tunc", almeno non così.

La "tortora dal collare" è quel volatile grigio con una banda nera sul collo che nidifica in ogni giardino d'Italia, allietandoci col suo inconfondibile TU-TU-TUUU dall'alba al tramonto. Fino a qualche tempo fa si chiamava "tortora orientale", poiché si tratta di una specie asiatica che si è diffusa in Europa solo alla fine del '900. Chiamiamola col suo nome! L'ultima scena estiva del film si chiude col sottofondo di una tortora (orientale) che tuba melanconicamente, metafora del protagonista: nidificavano già in Lombardia nel 1983 o si tratta di una gaffe storico-ornitologica? Nelle Valli dove abito io certamente non era ancora arrivata, nella bassa bergamasca dove è ambientato il film forse sì. È così importante? No, affatto. Tuttavia il tubare della tortora è stato per me come il campanello stonato a fine lezione che mi sollecita a riscuotermi dal torpore e riporre i libri in cartella per tornare a casa. Non perché al cinema mi sia annoiato o addirittura assopito (per quanto il film si potesse benissimo accorciare di mezzora senza perdere nulla che non fosse compiaciuto voyerismo); piuttosto perché "l'operazione nostalgia" è riuscita così bene che fino alla tortora mi è parso davvero di rivivere la mia infanzia/adolescenza. Se si potesse votare l'ambientazione, il film meriterebbe 9, forse 10. Però, per contrasto, proprio la meticolosa ricostruzione dei tempi e dei luoghi fa a pugni con la storia che viene raccontata: non sarebbe mai potuta succedere "hic et tunc", almeno non così. Va bene che la sceneggiatura usa l'escamotage della famiglia ebrea cosmopolita dalle visioni ultraliberali, che in pratica viene da noi solo per le vacanze (i due genitori sono talmente idealizzati da apparire irreali). Va bene che gli autoctoni lombardi ricoprono ruoli marginali (amichette/fidanzate) o macchiettistici (i servi tuttofare). Però, il peso gravoso dell'ambiente (o dell'habitat, se preferite) avrebbe dovuto stravolgere la favoletta amorosa stritolandola tra maldicenze, pettegolezzi, vere e proprie aggressioni, con annessi gli ineludibili sensi di colpa. Questo sarebbe successo DAVVERO, ma nel film non ce n'è traccia, il che alimenta il legittimo sospetto che si sia voluto mettere in scena solo ciò che dell'Italia piace al pubblico international e in particolare U.S.A.: clima, urbanistica, arte, natura, storia, gastronomia, come nel "celebre" discorso di Berlusconi al Parlamento Europeo. Cartoline dall'Italia, dove lo straniero (ricco) può fare il turista del gusto e del sentimento: neppure le zanzare ci sono a Treviglio! Una scelta che ha pagato? A giudicare dai successi all'estero, si direbbe di sì.

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