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Chiamami col tuo nome

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Chiamami col tuo nome

di michemar
7 stelle

Non facciamoci ingannare, questa non è una storia di amore omo, chi dice così è solo perché è prevenuto o è omofobo. È una bella storia d’amore, e l’amore quando nasce - e non si può mai sapere quando nasce – è SEMPLICEMENTE AMORE, vero, da trasporto, che lascia impronte nel cuore e nel corpo, che non ti fa pensare ad altro, che ti cambia la vita.

Spesso capita che un film che in tanti esaltano con calore, convinzione e soprattutto a ragione non mi convince e non riesco ad apprezzarlo per quello che forse merita. È normale e quasi sempre questo può succedere per svariati motivi: può non piacere proprio, o non è un soggetto che ha interessato, non è il genere gradito, ecc.. A volte perché non lo si è visto con lo spirito giusto oppure semplicemente non si è stati toccati emotivamente dal film.

Ecco, questo è ciò che è successo a me a proposito di questo bel film. E confermo bel film.

 

Armie Hammer, Timothée Chalamet

Chiamami col tuo nome (2017): Armie Hammer, Timothée Chalamet

 

La stragrande maggioranza dei critici internazionali ha esaltato il film di Luca Guadagnino, quella italiana un po’ meno (anzi forse un po’ tanto) ma questo è un altro discorso: non è da oggi che il regista non viene apprezzato in patria e dirò di più. È proprio un vizio italico quello di sminuire le opere nostrane (questa tra l’altro non è tutta italiana a dire il vero) in campo internazionale, vedesi l’esempio eclatante di Sorrentino. Il problema mio di questa visione è che il film - molto bello eh, e chi lo potrebbe negare? - non mi ha scosso, non mi ha emozionato, non mi ha esaltato. Non so perché, cercherò di pensarci su, ma non mi ha emozionato come mi aspettavo pur se lo ritengo girato benissimo, con una regia puntuale, con estrema cura verso l’ambientazione, e soprattutto recitato molto bene, con uno straordinario talento naturale chiamato Timothée Chalamet che è stupefacente e che recita con l’esperienza di un adulto ormai navigato. Anzi la navigazione mi sembra anche veloce se ad oggi risultano 22 crediti in 22 anni di età! Ma è proprio il suo stile, il modo di appropriasi del personaggio che mi sbalordisce: basti notare come è stato capace di portarsi su tutt’altro registro nell’altrettanto notevole Lady Bird, dove mi ha dato l’impressione di un novello (imparagonabile, sia chiaro) Jimmy Dean, un adolescente stralunato, un bohemien fasullo e atteggiato. Ma tutta bravura.

 

Armie Hammer, Timothée Chalamet

Chiamami col tuo nome (2017): Armie Hammer, Timothée Chalamet

 

Bravo anche lo statuario bel giovanottone losangelino Armie Hammer che strega con la sua avvenenza, che impersona alla perfezione “tu vuo’ fa’ l’ammericano” distante e distaccato dal resto dell’umanità, che tratta come un moccioso il suo nuovo amico, proprio come fa il pescatore provetto che mette fischiettando l’esca all’amo per attirare la sua preda.

 

E poi sono contento per Michael Stuhlbarg, sempre caratterista e comprimario un milione di volte e che qui trova finalmente un bel ruolo e fa il discorso finale che secondo me è la sequenza più bella del film unitamente ai titoli di coda, in cui lo sguardo di Chalamet dritto nell’obiettivo della mdp con gli occhi umidi che invitano lo spettatore a riflettere sulla sua straordinaria esperienza vissuta solo qualche mese prima. Finalmente un ruolo abbastanza importante quindi per Stuhlbarg, dal momento che ha avuto nella sua vita solo il protagonista di A Serious Man dei Coen (ma bravissimo!).

 

Michael Stuhlbarg

Chiamami col tuo nome (2017): Michael Stuhlbarg

 

La sceneggiatura? Meravigliosa, meravigliosa, degna della firma di un grande cineasta come James Ivory. Una delle colonne portanti dell’opera.

 

La trama? Non facciamoci ingannare, questa non è una storia di amore omo, chi dice così è solo perché è prevenuto o è omofobo. È una bella storia d’amore, e l’amore quando nasce - e non si può mai sapere quando nasce – è SEMPLICEMENTE AMORE, vero, da trasporto, che lascia impronte nel cuore e nel corpo, che non ti fa pensare ad altro, che ti cambia la vita. È amore e basta, la cosa più bella che ti può capitare, perché, come dice il papà nel finale, non bisogna avere paura di provare, perché il cuore e il corpo lo riceviamo solo una volta nella vita.

 

Timothée Chalamet, Esther Garrel

Chiamami col tuo nome (2017): Timothée Chalamet, Esther Garrel

 

Eh, ed infatti ne sto parlando bene, e allora il mio problema (se lo è) dov’è? Anche secondo me il film è fatto davvero bene, superbene e lo stile registico di Guadagnino c'è tutto e siccome io sono tra quelli che ha apprezzato molto Io sono l'amore, l'ho ritrovato qui, pur senza quella patinatura che è una delle caratteristiche del suo primo film, ma il modo di inquadrare i corpi stesi al sole (lì colline liguri, qui la bassa padana), la luce che arriva e riparte dai visi dei protagonisti, il calore che emana l'amore visto dal regista anche se trattenuto in alcuni momenti, la pudicizia elegante che non mostra mai nulla di "sconveniente", il sesso intravisto e mai completamente spiegato all'obiettivo sono particolari del suo cinema che lo separano dagli altri anni luce.

 

Amira Casar, Michael Stuhlbarg, Armie Hammer, Timothée Chalamet

Chiamami col tuo nome (2017): Amira Casar, Michael Stuhlbarg, Armie Hammer, Timothée Chalamet

Non mi sognerei mai di dargli un voto insufficiente, no. Forse è un po’ alto in confronto a ciò che scrivo ma è frutto di stima e giudizio estetico.

Il mio problema è che non mi ha emozionato se non solo in alcuni frangenti. E io ho un difetto: se non soffro non godo.

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