Regia di Joseph Ruben vedi scheda film
Per accettare che un piccolo avvocatucolo squattrinato, nostalgico della beat generation ed estremamente disorganizzato, vinca una causa (già persa e accettata senza alcuna base difensiva concreta) contro il super procuratore distrettuale con un colpo di scena incredibile, che qui non sveliamo, bisogna crederci davvero. Bisogna credere a un film un po’ scolastico, che poggia tutto sulle gracili spalle di un bravo Woods, e bisogna credere nella Giustizia. Quella con la G maiuscola, che trionfa sempre e comunque. E non è un caso che in USA “Verdetto finale” sia commerciato con il titolo di “True believer”, che ha sostituito “Fighting justice”. Se ci credete davvero vi esalterete per questo Chisciotte-Robin Hood dallo stile hippy che sconfigge gli yuppy per salvare gli outsider; se invece gli farete le pulci, scoprirete numerosi limiti ed esagerazioni, nascosti dietro una retorica facile e un’enfatica spettacolarizzazione. Gustoso lo stile anni Ottanta: Downey Jr. ha gli occhiali tartarugati, la Colin la pettinatura cotonata e Woods si presenta con codino e cravatte inguardabili. **
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