Regia di Gregory Ratoff vedi scheda film
Alla fine del Settecento Giuseppe Balsamo, cresciuto con una compagnia di zingari e assunto il nome d'arte di Cagliostro, gira per l'Europa con il suo spettacolo a cavallo fra illusionismo e magia guaritrice. Il suo obiettivo è però quello di raggiungere la corte di Francia per vendicarsi del nobile De Montagne, che anni addietro condannò a morte i suoi genitori.
Tratto da Alexandre Dumas padre con una sceneggiatura di Charles Bennett e dialoghi addizionali di Richard Schayer, Cagliostro è un buon film d'avventura in costume, dal punto di vista estetico un'opera adeguatamente raffinata, con ritmo ben orchestrato e azione diretta in modo sempre convincente, ma sopra a ogni altra cosa una delle (tante) memorabili interpretazioni di Orson Welles. Magistrale, addirittura, in un ruolo che meglio non gli si poteva adattare: mago-illusionista per un esperto di giochi di prestigio come lui, personaggio ambiguo e potente affabulatore per uno dei più grandi 'contastorie' del Novecento, Cagliostro è Orson Welles fino al midollo e viceversa. Si sa per certo che l'attore si mise anche dietro la macchina da presa - nonostante Gregory Ratoff non fosse esattamente uno sprovveduto - per un buon numero di sequenze: osservando attentamente, viene da pensare che quantomeno nelle intriganti soggettive dei numeri di magia e ipnosi ci sia lo zampino di Welles. Gli altri nomi principali del cast sono quelli di Nancy Guild, impegnata in una doppia parte di sosia, Akim Tamiroff, Frank Latimore, Stephen Bekassy e Valentina Cortese nel suo periodo di maggior fama internazionale, con una comparsata riservata al giovane e poco conosciuto Raymond Burr. Coproduzione fra Stati Uniti e Italia, girata nel Belpaese, dove il protagonista ebbe modo di ambientarsi piuttosto bene e successivamente trasferirsi per qualche anno. 7/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta