Regia di Pupi Avati vedi scheda film
m'aspettavo un film del tutto diverso: credevo si trattasse di un'opera austera, lenta, incentrata sul tema della Fede e sui relativi dilemmi, un film alla Dreyer insomma...e invece, eccomi di fronte ad un affascinante affresco del Medioevo, che per lo stile "alla buona" mi ha ricordato il Rossellini di "Francesco, giullare di Dio" e certo Pasolini...certo l'andamento rapsodico non giova alla coesione narrativa della pellicola, ma forse l'intento di Avati era proprio quello di puntare tutto sull'immagine, sulla descrizione, sulla ricostruzione certosina di un'epoca lontana, sul piacere del racconto e dell'aneddoto, senza retorica, senza enfasi e soprattutto senza giudizi morali, disquisizioni teologiche e confronti dialettici..."Magnificat" è un lodevole film sul Medioevo, che parla per immagini, per dettagli, per ambienti...
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