Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Addentrarsi nelle ricostruzioni di precedenti periodi storici è per tutti i registi un compito arduo, affrontato con risultati non sempre convincenti. E' il caso di questo film del maestro Pupi Avati, appesantito da dialoghi spesso incomprensibili, da un concatenarsi di storie su piani paralleli non sempre di facile lettura, e da un certo gusto del macabro che però trovava declinazioni migliori nel filone gotico-padano piuttosto che in questo Medioevo truculento e intriso di superstizione. Nè aiutano una certa mancanza di direzionalità, come a voler dimostrare la convivenza di credenze popolari, riti ancestrali ed una religiosità più votata alla magia che al mistero. Si salvano una fotografia fedele e genuina che ben trasmette atmosfere ed ambienti del periodo, ed una prova onesta degli attori pur senza infamia e senza lode. Nella lunga carriera di Pupi Avati è forse questo uno dei film meno riusciti,almeno a gusto personale.
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