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Saint Jack

Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Saint Jack

di Baliverna
8 stelle

Un uomo si rende a conto a poco a poco di vivere in un inferno anticipato, e decide di fuggire finché è in tempo.

*** ANTICIPAZIONE DEL FINALE *** Mi è piaciuto questo film di Bogadnovich, anche se all'inizio ero un po' frastornato dal disordine, dal continuo brulicare umano, e dalla bizzarra popolazione autoctona che parla un inglese difficilmente comprensibile (l'ho visto in originale). Poi però si entra nell'ambiente, si sta al gioco, ci si affeziona al personaggio, e lo si apprezza pure. Anche la trama prende corpo a poco a poco, finché ci si trova in presenza di una storia, di un percorso umano del personaggio, che nel corso del film, lentamente, cambia.

Bogdanovich dirige il tutto con tranquillità, senza alcuna enfasi drammatica, ma pure con una fluidità e una sicurezza che possono essere apprezzate solo a film inoltrato. Il titolo “Saint Jack” è ironico ma fino ad un certo punto, perché il protagonista, da una condizione iniziale in cui sguazza nella cloaca dei bordelli per occidentali, compie un cammino che lo porta, schifato, a rifiutare con un calcio questo mondo corrotto, nauseabondo, e pure violento. Perde tutto, ma ritrova la dignità. E' una specie di conversione al bene senza Dio, che rimane fuori dal quadro.

Ben Gazzarra dà una grande interpretazione, che vede i suoi momenti migliori in certi suoi sguardi silenti, tra il malinconico e il circospetto; ma l'attore ha un indiscutibile carisma per come parla e come si muove (senza li artifici da “actor's studio”). In una parte secondaria c'è lo stesso Bogdanovich, che riesce a dar vita ad un opaco e ambiguo figuro, che nasconde ciò che pensa e che non sente niente. E ci riesce forse proprio perché Bogdanovich non è un attore.

Se la pellicola è il primo film occidentale ad essere girato a Singapore, curiosamente è tutt'altro che una cartolina turistica: una città inquinata, dove piove spesso e si suda sempre, caotica e inestricabile, praticamente un gigantesco bordello.

Una pellicola stranamente caduta nel dimenticatoio nonostante i nomi di Gazzarra e Bogdanovich, che andrebbe però riscoperta.

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