Regia di Giulio Morelli vedi scheda film
Un giovane aspirante architetto romano rimane per qualche giorno bloccato in un rifugio sul Gran Sasso, dove si innamora di una pastorella. Tornato in città, sarà da lei raggiunto qualche tempo dopo insieme al figlio che nel frattempo la ragazza ha avuto da quell'incontro. Ma lui la respinge e per lei comincia una lenta discesa verso la follia.
Nonostante il titolo lasci immaginare un'avventura in stile (come lo chiameremmo oggi) fantasy o, per rimanere aderenti alla realtà dei tempi, un peplum di ambientazione mitologica, La roccia incantata è un solido melodrammone tutto pathos, disgrazie, sentimenti forti e dall'ostinata persecuzione di un finale quanto più tragico possibile. Si tratta di un copione licenziato da Raffaele Saitto, Gaetano Carancini, Vinicio Marinucci e Giulio Morelli, che è anche il regista della pellicola (e autore del soggetto insieme a Saitto), sebbene sembri che una mano l'abbia data anche Cesare Zavattini; un lavoro confezionato con sufficiente cura dalla scrittura alla messa in scena, ma inevitabilmente destinato a uso e consumo del pubblico contemporaneo: oggi facilmente La roccia incantata si confonde con altre cento pellicole analoghe dei tempi, forse con la sola particolarità riconoscibile dell'insistita scia di accidenti che perseguita la protagonista. Quest'ultima è interpretata da Dina Sassoli, al cui fianco compaiono Mirko Ellis, Irene Genna, Anna Maestri, Vira Silenti e un giovane Riccardo Cucciolla che potrebbe trovarsi qui al debutto su un set cinematografico. Debutto certo è invece quello di Morelli dietro la macchina da presa, dopo anni di gavetta con, tra gli altri, Mario Camerini e Mario Soldati. 3,5/10.
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