Regia di Dino Risi vedi scheda film
Nella persona di Tognazzi alias Picchio, il film di Risi rappresenta una parabola sulla fine di un mondo, quello dell'avanspettacolo (sono patetiche le esibizioni estemporanee del vecchio guitto, che fanno ridere gli ospiti dell'ospizio, mentre lasciano indifferenti il figlio, la compagna e Renata), a vantaggio dell'arrembante e probabilmente più volgare mondo della televisione. In questo senso, Primo amore, occupandosi incidentalmente del mondo delle TV private, ha anche un valore profetico, in merito al progressivo imbarbarimento dei nostri programmi televisivi. Tognazzi, in queste parti da patetico perdente, dà sempre il meglio di sé stesso e la Muti riesce ad essere credibile, in un personaggio che non le consente di fare la bambolotta. Bravi alcuni comprimari, tra i quali ricorderei il comico Billi ed il tenore Del Monaco.
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