Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Gesù osserva la folla radunata per assistere alla sua morte: i suoi discepoli sono tutti scappati e solo un piccolo gruppetto di donne pare rattristarsi, gli altri lo deridono o semplicemente lo ignorano. Allora un angelo custode arriva e lo fa scendere dalla croce (su cui tanti altri erano stati inchiodati per colpa sua): è il momento per lui di vivere la vita normale che ha sempre desiderato, che significa amare, fare figli, perdersi nella quotidianità, ma anche soffrire, invecchiare ed infine morire. Si confronta coi vizi della carne (il tradimento della moglie), con la modestia di un lavoro semplice e coi fantasmi di un passato mitico frutto solo di ingenue fantasie, in un dialogo con Paolo di Tarso (primo vero ideologo del cristianesimo) spaventoso nella sua esattezza: "Guarda tutti questi uomini. Non lo vedi quanto sono infelici? Non lo vedi quanto stanno soffrendo? La loro unica speranza è Gesù risorto. Non m'importa se tu sei Gesù o no: il Gesù resuscitato salverà il mondo e per me conta solo questo.""Le tue sono menzogne. Non puoi salvare il mondo con le menzogne.""Io ho creato la verità di cui la gente aveva bisogno, quella in cui voleva credere. Se devo crocifiggerti per salvare il mondo io ti crocifiggerò e se è necessario che tu risorga ti farò risorgere, che tu lo voglia o no.""Non te lo permetterò. Racconterò a tutti la verità.""Chi ti presterà ascolto? Tu hai cominciato tutto questo e ora non puoi più fermarlo. Ti prenderanno per un bestemmiatore, ti uccideranno. Tu non immagini quanto la gente abbia bisogno di Dio. Quanto Dio possa renderli felici. Può fargli fare con felicità ogni cosa, può renderli felici di morire. E loro moriranno." praticamente la storia di qualunque religione in poche righe. E quando alla fine lui decide di tornare al suo calvario e morire agonizzando sotto gli improperi, la citazione al vangelo di Giovanni ("Tutto si è compiuto") si arricchisce di significato: da un lato c'è la scelta di scambiare i decenni di felicità con una fine orrenda per salvare l'umanità (adempiendo al volere di Dio), dall'altro la consapevolezza di aver in qualche modo ottenuto tutto ciò che voleva (compiere la sua missione e vivere una vita normale). Tanto Schrader quanto Scorsese fanno detonare tutte le loro suggestioni mistiche, arrivando all'elaborazione di un'opera che celebra il sacrificio per il prossimo, rifiutandosi però di attribuirgli un primato assoluto a discapito della felicità individuale. Un film intenso, potente e memorabile (anche grazie alla colonna sonora di Peter Gabriel), tanto che mi dispiace dover notare come subisca un calo nella parte centrale: nel mostrare la confusione del protagonista ed i suoi continui cambi di prospettiva finisce col saltare di palo in frasca proponendo soluzioni narrative a tratti anticlimatiche. Ma lo ritengo un errore nato da un eccessivo coinvolgimento e che non compromette troppo il risultato finale.
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