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L'ultima tentazione di Cristo

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su L'ultima tentazione di Cristo

di munnyedwards
8 stelle

 

Le percussioni ossessive si accompagnano al potente suono di una chitarra elettrica, l’incipit presenta uno sfondo rosso sangue sovrastato da linee di colore nero che si intersecano fra loro a formare una stilizzata corona di spine, le note pulsanti di Peter Gabriel ci trascinano per alcuni istanti fino a quando una veloce carrellata non inquadra un uomo disteso a terra, solo e sofferente a combattere demoni invisibili, deve resistere ad una chiamata, ignorare il suo destino, rinnegare il Dio degli uomini.

Secondo il critico Peter Biskin fu l’attrice Barbara Hershey che portò all’attenzione di Martin Scorsese il romanzo L’ultima tentazione del greco Nikos Kazantzakis, un gigante della letteratura moderna nominato al Premio Nobel ben nove volte, famosi restano i suoi romanzi Zorba il Greco, Cristo di nuovo in croce e appunto L’ultima tentazione, tutti adattati per il grande schermo.

Siamo nel 1983 e Scorsese è reduce dall’insuccesso commerciale di Re per una Notte ma la Paramount gli promette 12 milioni di dollari per il suo nuovo film, Paul Schrader è chiamato a scrivere la sceneggiatura ma il progetto viene subito bloccato dalle pesanti pressioni della Chiesa Cattolica.

Del resto il perno centrale del romanzo di Kazantzakis è tanto semplice quanto provocatorio e inaccettabile, in scena va la storia di un Cristo “umano” che inizialmente rinnega la volontà di Dio e la sua condizione di prescelto, brama invece una vita terrena da consumarsi insieme a Maria Maddalena, la donna che ama e dalla quale vuole dei figli.

Il cammino di Gesù sarà tormentato fino alla fine, quando l’ultima tentazione gli si presenterà nel momento delle crocifissione, un angelo diabolico lo chiamerà a sé proponendogli di rinunciare al sacrificio per tornare uomo e vivere finalmente libero.

 

La doppia essenza di Cristo è sempre stata per me un mistero profondo e impenetrabile, come l’appassionato desiderio degli uomini, così umano e così sovrumano, di arrivare fino a Dio o con più esattezza di ritornare a Dio e di identificarsi in Lui.

Questa nostalgia così misteriosa e così reale allo stesso tempo m’infliggeva profonde ferite.

Fin dalla gioventù la mia angoscia dominante, sorgente di tutte le mie gioie e di tutte le mie amarezze, è stata appunto questa: la lotta spietata e incessante fra la carne e lo spirito.”

(The Last Temptation - Nikos Kazantzakis)

 

L’ultima tentazione di Cristo vede la luce solo nel 1988, ossia cinque anni dopo il primo tentativo fallito, la Universal accetta di finanziare il progetto e il film che si doveva girare in Terra Santa si gira invece in Marocco, la sceneggiatura (elemento fondamentale) vede la firma dell’immancabile Paul Schrader e Barbara Hershey è chiamata ad interpretare una Maria Maddalena mai così sensuale, si racconta che De Niro rifiuta la parte e che l’attore scelto in prima istanza per interpretare Gesù (Aidan Quinn) non fosse più disponibile.

La scelta cade a sorpresa su un giovane ma già lanciatissimo Willem Dafoe, reduce dai successi di Vivere e morire a Los Angeles e Platoon, il suo volto ambiguo e spigoloso, i suoi occhi vivaci e indecifrabili, la sua personalità sfuggente risultano determinanti nel caratterizzare un personaggio che fin dalle prime scene si pone in forte contrasto con la tradizionale figura del redentore.

Inutile sottolineare come la prova di Dafoe sia di notevole impatto, la perfetta incarnazione dell’umana fallibilità, dell’umana ipocrisia e meschinità, l’attore dona al personaggio le fondamentali varianti dell’eterno dubbio, il desiderio pregnante di una fuga impossibile e infine l’accettazione di un ruolo e di un destino non richiesti.

 

Willem Dafoe

L'ultima tentazione di Cristo (1988): Willem Dafoe

 

Willem Dafoe

L'ultima tentazione di Cristo (1988): Willem Dafoe

 

Come il romanzo da cui ha origine il film di Scorsese si pone al di fuori di un registro definito, sia cinematografico che religioso, pur seguendo le fonti basilari dei testi sacri il regista se ne distacca in modo deciso proponendo ritratti anomali ma dal grande fascino, figure alternative come il Giuda interpretato da Harvey Keitel o la Maria Maddalena della Hershey, forte presenza di una carnalità prorompente e ammaliatrice.

Ma al centro di tutto domina il conflitto interiore di un uomo destinato al supremo sacrificio, un uomo che non ha certezze, che non sente la chiamata divina ma che anzi (proprio perché uomo) è vinto dalla paura, paura di affrontare il suo destino, paura di non essere all’altezza, paura di cadere in tentazioni e di non poter adempiere al suo compito.

Nella complessa personalità del Gesù Cristo di Scorsese convivono due forme apparentemente opposte che finiranno infine per fondersi una nell’altra, corpo e anima convergono in un unica essenza dalla fallibile natura umana, questa contraddizione drammaturgica viene resa su schermo con una messa in scena elegante e potente nella sua ricchezza di spunti formali, spicca in questo senso la fondamentale opera del fotografo Michael Ballhaus qui alla terza (delle sette) collaborazioni con il regista.

Anche se il film soffre di una sceneggiatura a tratti frammentaria e dispersiva il tutto è rinvigorito da grandi momenti di un estetica raffinata che rilancia il discorso di un viaggio intimo e solitario che si fa metafora della mutazione umana verso il divino.

L’ultima tentazione di Cristo è un film che Martin Scorsese dirige con grande passione e rigore stilistico, il peso narrativo di un invadente dialogo interiore può forse dilatare i tempi del racconto ma non affossa mai il vigore di un opera che resta ammaliante e profonda nonostante la non perfetta connessione testuale.

 

 

scena

L'ultima tentazione di Cristo (1988): scena

 

scena

L'ultima tentazione di Cristo (1988): scena

 

Al tempo dell’uscita nelle sale si sollevarono critiche feroci, sia negli Stati Uniti che in Europa il film venne pesantemente contestato, l’episcopato francese chiese con forza il ritiro della pellicola e un gruppo di integralisti fanatici diede addirittura alle fiamme un cinema di Parigi, la presenza del film alla 45esima Mostra del Cinema di Venezia lascia campo libero ad altre manifestazioni di protesta e critiche.

A distanza di anni certe prese di posizione intransigenti e fanatiche risultano quasi ridicole, il film di Scorsese getta uno sguardo unico e appassionante su Gesù di Nazareth, una rilettura del suo percorso umano e divino alternativa e forse provocatoria ma dall’evidente valore artistico, un film che emoziona e che il tempo non scalfisce.

Dopo quella per Toro Scatenato seconda Nomination alla regia per Scorsese, stavolta battuto da Barry Levinson e il suo Rain Man, scandalosamente ignorata la partitura musicale di un grandioso Peter Gabriel.

Voto: 8

 

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