Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Ennesimo capolavoro di Sergio Leone, come già avvenuto con C'era una volta in america che non era solo un gangster movie, questo non è solo un film western, un western innovativo e contemplativo, è un'opera d'arte che più la vedi più l'apprezzi. Il binomio Leone-Morricone ci regala un'altra gemma senza tempo
Rispetto ai western tradizionali con trame semplici e dove si privilegia l'azione, Leone offre allo spettatore il suo universo narrativo, un western che col suo ritmo lento inizialmente è come se sussurrasse all'orecchio dello spettatore di non avere fretta e di godersi l'introduzione, dove pian piano prende forma la narrazione e nel contempo cresce la tensione accompagnata in modo sublime dal maestro Morricone.
Si rivedono le inquadrature già usate nei suoi precedenti film e marchio di fabbrica, l'alternanza di inquadrature lunghe o panoramiche per poi nel momento clou diventare ravvicinate e in quel momento il ritmo diventa frenetico, Leone crea tensione visiva e Morricone quella sonora, vanno di pari passo creando un connubio perfetto, e poi il suono dell'armonica incastonato perfettamente eleva ancora di più l'epicità della colonna sonora e sottolinea i momenti salienti.
Leone gioca col tempo narrativo per creare suspense e Morricone usa delle interruzioni improvvise per anticipare o preparare lo spettatore alla prossima scena e questo ritmo ti coinvolge sempre di più.
Ho apprezzato il silenzio delle lunghe sequenze, specialmente quella iniziale.
Centrale nel film il passaggio da una società rurale a una industriale, il passaggio della ferrovia nella stazione da realizzare è la transizione tra il vecchio e il nuovo, tutto in funzione del progresso e del commercio. E se da un lato la nascita di una città crea nuove opportunità, genera al contempo conflitti perché uomini senza scrupoli vogliono imporre il loro dominio.
Consiglio assolutamente di vedere questa perla di Leone e senza indugi.
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