Regia di George Cukor vedi scheda film
Se non fosse firmato da Cukor non ne parlerei, né lo avrei visto; fra i suoi film più deludenti, anche se lo si riconosce ancora, talvolta a fatica, nel gioco dell'apparenza e della realtà sempre sfuggente, nell'attenuare il sentimentalismo, qui piuttosto da operetta, con l'ironia, qui altrettanto superficiale, e in qualche tentativo di approfondire i caratteri e far emergere aspetti umani in quelli apparentemente più squallidi e viceversa; ma il tutto condotto con mestiere e quasi per abitudine, senza commuovere né far sorridere. La storia è confusa e piuttosto inverosimile, come altre simili in cui cadono a volte altri bravi registi coinvolti in esibizioni commerciali in oriente, per tradizione sede di misteri e di intrighi, che il cinema crede di esprimere con storie confuse e assurde: non si capisce perché né come un gruppo di ricchi e potenti copti d'Egitto cospira contro gli inglesi fornendo armi agli ebrei in Palestina, pur temendo le ire dei musulmani alla fine del dominio inglese in Egitto; Justine, moglie ebrea di un capo dei copti, seduce alcuni inglesi per scoprire non si sa ben cosa sul traffico di armi che invece sembra organizzato proprio da loro e scoperto dagli inglesi; l'unica cosa data per certa nel film e accolta da chi ne riassume la vicenda è che Justine faccia da materasso a tutti gli uomini di Alessandria; ma poi risulta che ama il marito e che ha sedotto solo due inglesi per ottenerne notizie, poi che forse si era anche sposata solo per rifornire di armi i suoi compatrioti; ma il tutto è fiacco e confuso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta