Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Il consolidato mestiere di Blasetti in una sfilza di piccoli episodi: non perfetto, ma sostanzialmente riuscito.
E' una pellicola molto variegata e dinamica, che ci trascina in un fiume veloce e pieno di cascate. Non tutti gli episodi mi sono piaciuti, come quello sul “tamburino sardo” di “Cuore”, che gronda di retorica (e che già da bambino non mi piaceva...), e quello di Venezia, perché non parlato. Tuttavia la maggioranza delle storielle mi è piaciuta, e non si può dire che Blasetti non diriga bene la gran mole di situazioni e personaggi. Quello che ho apprezzato di più è quello del piccolo amore tra i due bambini, dove peraltro recita il sempre grande Paolo Stoppa. Mi è piaciuta anche l'idea di far rivedere nel presente gli bambini: prima figli di ricchi e vestiti a modo, e poi monelli di strada mezzi straccioni.
Ho trovato inoltre divertente il primo episodio dei due amanti, tra un battibecco e un contrattempo, non riescono a consumare l'adulterio. Vittorio de Sica, dal canto suo, interpreta, nell'ultimo epidosio il personaggio dell'avvocato magniloquente e retorico, che avrebbe impersonato, mutatis mutandis, anche in “Il bigamo” qualche anno dopo, con Marcello Mastroianni. Si vede, infatti, come l'attore sguazzi nel ruolo.
Penso che sia stata una lavorazione laboriosa, e che siano stati profusi non pochi quattrini, viste le molte ambientazioni diverse, i costumi e i diversi luoghi. In ogni caso, il risultato non è indegno dello sforzo. Ammettiamo, però, che Aldo Fabrizi, benché annunciato con la tromba nei titoli, è relegato ad un ruolo di fatto marginale e molto parcellizzato. Una volta scritturato, si poteva assegnarli un personaggio vero e proprio in uno degli episodi.
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