Regia di Giancarlo Soldi vedi scheda film
Un piccolo gioiello psichedelico che racconta una Milano con un punto di vista assolutamente unico, nuovo e sorprendente.
Polsi sottili è un film sperimentale? È un film rock? È un film d'arte? O come ha detto il regista Giancarlo Soldi è un film d'amore? Non lo so, so che è un film che mi ha catturato fin dall'inizio. Un inizio potente e visionario con una ragazza, Mariella Valentini, su una terrazza milanese che grida mentre la neve che cade sembra avere la stessa intensità delle sue grida e quando la ragazza viene abbracciata, da un ragazzo, la smette di fioccare improvvisamente. Il tutto mentre ascoltiamo la voce di Patti Smith declamare una poesia e poi cantare. Mi sono sentita trasportata nel tempo e nello spazio, da un'altra parte. Polsi sottili è un viaggio lisergico che arriva in un luogo, il Vigorelli, che non esiste più, mentre tutta la città si spegne con le lacrime di Mariella Valentini che ancora doveva incontrare Nanni Moretti. E in un film psichedelico non può mancare Stefania Casini, nel film un'avvocatessa, che cerca di capire cosa le sta succedendo, ma la città travolge le sue certezze. Il film di Soldi è fatto di velocità e performance, ogni sequenza è una acrobazia non solo quando un portafoglio viene rubato o per scalare a mani nude palazzi anni trenta. Il film girato nel 1985 restaurato da Cinecittà e recuperato dal festival di Torino quest'anno è così arrivato a noi dopo un silenzio di 38 anni. Un film fantastico e incredibile.
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