Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film
Il titolo già dice tutto: Fontana di Trevi è una insulsa cartolina romana che, vantando una co-produzione spagnola, ne approfitta per elogiare in contemporanea le bellezze artistiche nostrane e quelle femminili iberiche. Campogalliani aveva ormai settant'anni e, quasi al termine della sua cinquantennale carriera, si dedicava a modesti 'riempitivi' alimentari di questo calibro; Claudio Villa fu protagonista di svariati film all'epoca, tutti con la medesima, noiosissima costante: le trame - per quanto già raffazzonate di loro - venivano interrotte di continuo dalle sue esibizioni canore. Erano i prodromi del musicarello, sebbene in questi lavori si cercasse ancora di contestualizzare il momento musicale, mentre il musicarello (che nasce ufficialmente verso la metà dei Sessanta) non starà a guardare così tanto per il sottile. Fra gli altri interpreti non mancano i volti degni di nota: Carlo Croccolo, Tiberio Murgia, Mario Carotenuto, una giovanissima Maria Grazia Buccella, oltre a qualche nome spagnolo fra cui spicca quello del co-protagonista Ruben Rojo. La blanda e banalotta sceneggiatura, parrà strano a questo punto, è il parto di ben cinque menti: Richard Tai (totalmente anonimo, anche autore in solitaria del soggetto), Giuliano Carnimeo, Federico Zardi, Riccardo Ghione e lo stesso Campogalliani. 2/10.
Due ragazzi romani - uno dei quali con la passione per il canto - conoscono delle turiste spagnole nei pressi della fontana di Trevi, dove lavorano come guide; in breve scocca la scintilla romantica.
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