Il motore della barca di un pescatore nordcoreano si rompe e lo scafo viaggia alla deriva verso la Corea del Sud. Una volta giunto nella nazione nemica e dopo aver sopportato delle brutali indagini, l'uomo viene rispedito al Nord ma prima di ripartire si accorge di quanto sia diverso il Sud dall'immagine di terra "sviluppata" che aveva in mente e di come il progresso economico non garantisca felicità al popolo. Una volta rimpatriato, subisce poi un trattamento identico da parte della polizia del Nord.
I sentimenti e le emozioni non hanno confini, ne tantomeno possono appartenere ai richiami di un'ideologia. Questo dirige Kim Ki-duk, un apologo politio che intreccia denuncia sociale e adesione emotiva per la sorte del povero pescatore. Che si scopre figlio illegittimo di ogni Corea quando capisce che il suo cuore ovunque rimane inascoltato.
Un altro centro per Kim.
Trattando un tema specifico, quale la tensione perenne tra le due Coree, il grande regista non perde di vista, ma anzi esalta, l'aspetto universale dei comportamenti umani, tristemente fotocopie in ogni angolo del globo.
Velo pietoso sull'insipienza di chi ha scelto il titolo italiano, svilendo totalmente l'originale.
straordinaria prova attoriale del protagonista Ryu Seung-beom in un film sicuramente doveroso per il pubblico coreano, probabilmente un po' didascalico per un audience più "neutra". comunque tanti i temi trattati, anche più universali rispetto alle dinamiche riconducibili direttamente alla scottante situazione "cul de sac" della penisola coreana.
Non v'è dubbio che nelle opere di Kim si registri la presenza di Dio. Dio in quanto idea, che vive in forma, spirito e materia assieme. Gemal (The net) come sempre banalizzato dall'italico paese in Il prigioniero coreano privandolo di quel senso metaforico che un titolo intelligente com'era La rete, già convogliava in sè, è davvero scritto da DIO!
Nella contesa tra Nord e Sud coreani, la drammatica vicenda di un pescatore del Nord finito al sud per un incidente. Un calvario a doppio effetto tra ipocrisie e colpi bassi. Un film a tesi lucido ma meno personale del solido per Kim Ki-Duk.
Kim-Ki-Duk prosegue con ferrea coerenza lungo una strada imboccata da tempo, il suo Paese gli offre pretesto e scenari, ma quello di cui parla è l’uomo tout court, la latitudine non fa la differenza e mezzi e mezzucci per prevaricare, violentare, umiliare e tiranneggiare sono la vera, unica lingua universale che unisce razze e Paesi.
Geumul (The net) è la rete che avvolge in un unico, soffocante, mortale groviglio Corea del Nord e Corea del Sud, due mondi confinanti e antitetici, “ i comunisti di merda ” del regime di Kim Jong-un, uno capace di far fucilare il responsabile dell’allevamento di tartarughe perché l’acquario non funziona, e “gli sporchi capitalisti… leggi tutto
L'ambiguità del titolo, che non precisa se il protagonista è prigioniero del sud o del nord, dice molto di questo potente film del coreano (del sud) Kim Ki-Duk, morto per Covid nel 2020. Nam Chuf-Woo è un pescatore nord coreano, che vive pacificamente con moglie e figlia, quando un giorno la sua barca ha un'avaria spingendolo a varcare il confine con il Sud. Recuperato dalle…
Il prigioniero coreano - Corea del Sud 2016 - La trama : La barca del pescatore nordcoreano Nam Chul-Woo, per un incidente accidentale viene trascinata oltre il confine con la Corea del Sud, qui viene posto in stato di fermo dalla polizia locale, l’uomo desidera solamente fare ritorno a casa dalla sua famiglia, ma le autorità lo considerano persona sospetta. La recensione:…
Un film sofferto, buio pesto per entrambe le Koree. Kim ki-duk non farà più cinema come i suoi primi lavori ma avercene di così.
Tanto semplice nella struttura quanto duro nel messaggio di critica, senza nascondini nè metafore. Straordinario finale. Puro cinema. Ottimi gli attori, in particolar modo il protagonista Ryoo Seung-bum.
Il Covid-19 ci ha…
Nam Chul-woo è un modestissimo pescatore della Corea del Nord. Un giorno, mentre ritira la sua rete dal mare, il motore va in panne ed egli finisce, spinto dalla corrente, oltre il confine marittimo. In Corea del Sud l'accoglienza sarà tutt'altro che piacevole, ed egli verrà sottoposto a un pesante interrogatorio volto a capire se si tratti di una spia o meno. Il regista…
Il cinema della Sud-Corea nel nuovo millennio è venuto alla ribalta internazionale grazie a delle pellicole ricche di originalità sia nello stile che nella sostanza, riuscendo ad entrare sempre più nel cuore dei cinefili di tutto il mondo nonostante le indubbie difficoltà dovute ad una cultura totalmente estranea a quella occidentale, eppure ugualmente degna di…
Il prigioniero coreano (Titolo internazionale The Net) è un film sudcoreano del 2016; scritto, diretto e prodotto da Kim Ki-duk.
Sinossi: Nam Chul (Ryoo Seung-bum), pescatore nord-coreano, durante una classica giornata lavorativa rimane bloccato con la sua imbarcazione a causa dell'avaria del motore, con la corrente che lo trasporta oltre il confine. Giunto involontariamente in…
Nonostante il curriculm del regista (Leone d’Oro 2012) e qualche presenza a importanti festival, questo film forse avrebbe meritato un po’ più di risonanza. Però non perdetelo in nessun modo. Un film politico ma che non vuole dare nessun messaggio politico e che, soprattutto, non è ideologico. Drammaticamente, lo definirei un sasso nello stagno del dilemma…
A causa di un problema al motore della sua barca, un pescatore nordcoreano (Ryoo Seung-bum) finisce involontariamente nelle acque del territorio della Corea del Sud. Qui viene prelevato e portato in un luogo nel quale, per giorni interi e nonostante le premurose attenzioni di un addetto alla sua sicurezza, viene sottoposto a interrogatori, vessazioni e torture di ogni genere. Il governo di quel…
Nam Chul-woo vive sulle sponde di un fiume che collega il suo paese la Corea del Nord con quella del Sud.
Ogni mattina lascia la sua umile casa e va con la sua barca a pescare, ma un giorno il motore della barca si rompe e alla deriva finisce nell’odiato paese nemico. Viene preso dai militari e interrogato diverse volte perché sospettato di essere una spia. Il suo è un…
Viviamo nella convinzione che un cittadino della Corea del Nord (ma anche di Cuba e, fino a una trentina di anni fa, della Germania Est o della Cecoslovacchia) debba per forza voler fuggire dalla propria patria per andare a vivere nella parte capitalistica del mondo. Ci sono una miriade di esempi che vanno in questo senso, ci sono addirittura persone che hanno perso la vita pur di andarsene…
Un pescatore della Corea del Nord finisce nel Sud a causa di un'avaria alla sua barca. L'accoglienza da parte delle autorità di Seoul non è delle migliori. Per verificare se egli è una spia, è trattenuto e sottoposto a pressanti interrogatori - incoraggiati da un funzionario di polizia che nutre un odio smisurato per il Nord e quanto a tale nazione appartiene - anche…
Riposto nel cassetto dei ricordi il periodo estivo, il mese di settembre esibisce un’infornata di titoli, che giova in particolar modo a un segmento… segue
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Commenti (12) vedi tutti
Discreto dramma molto interessante dal punto di vista politico e sociale.
commento di gruvierazGrande film di Kim-Ki-Duk un grande poeta d’immagini.
leggi la recensione completa di claudio1959I sentimenti e le emozioni non hanno confini, ne tantomeno possono appartenere ai richiami di un'ideologia. Questo dirige Kim Ki-duk, un apologo politio che intreccia denuncia sociale e adesione emotiva per la sorte del povero pescatore. Che si scopre figlio illegittimo di ogni Corea quando capisce che il suo cuore ovunque rimane inascoltato.
commento di Peppe ComuneUn altro centro per Kim. Trattando un tema specifico, quale la tensione perenne tra le due Coree, il grande regista non perde di vista, ma anzi esalta, l'aspetto universale dei comportamenti umani, tristemente fotocopie in ogni angolo del globo. Velo pietoso sull'insipienza di chi ha scelto il titolo italiano, svilendo totalmente l'originale.
commento di IlnickchenonceraSto' di qua Sto' di la',verso sud verso nord,lo scorrimento e' un po' retorico e prevedibile....pero' il finale...non e' male.
commento di ezioIl dilemma coreano raccontato senza ideologie
leggi la recensione completa di siro17Una sequenza di banalità e di temi triti e ritri. Deludentissimo.
commento di sfrisolostraordinaria prova attoriale del protagonista Ryu Seung-beom in un film sicuramente doveroso per il pubblico coreano, probabilmente un po' didascalico per un audience più "neutra". comunque tanti i temi trattati, anche più universali rispetto alle dinamiche riconducibili direttamente alla scottante situazione "cul de sac" della penisola coreana.
commento di giovenostaCi sono poche parole per descrivere questo film, e una di queste è capolavoro.
leggi la recensione completa di noodless94Non v'è dubbio che nelle opere di Kim si registri la presenza di Dio. Dio in quanto idea, che vive in forma, spirito e materia assieme. Gemal (The net) come sempre banalizzato dall'italico paese in Il prigioniero coreano privandolo di quel senso metaforico che un titolo intelligente com'era La rete, già convogliava in sè, è davvero scritto da DIO!
leggi la recensione completa di gaiartNella contesa tra Nord e Sud coreani, la drammatica vicenda di un pescatore del Nord finito al sud per un incidente. Un calvario a doppio effetto tra ipocrisie e colpi bassi. Un film a tesi lucido ma meno personale del solido per Kim Ki-Duk.
leggi la recensione completa di alan smitheeKim-Ki-Duk prosegue con ferrea coerenza lungo una strada imboccata da tempo, il suo Paese gli offre pretesto e scenari, ma quello di cui parla è l’uomo tout court, la latitudine non fa la differenza e mezzi e mezzucci per prevaricare, violentare, umiliare e tiranneggiare sono la vera, unica lingua universale che unisce razze e Paesi.
leggi la recensione completa di yume